Termina la stagione a Campèi de Sìma
di Cesare Fumana

Ultimo fine settimana di apertura per il rifugio degli alpini della "Monte Suello" che domenica festeggiano la chiusura.

Domenica prossima si terrà la chiusura ufficiale della stagione per il rifugio alpino di “Campèi de Sìma”, gestito dalle penne nere della sezione Ana di Salò.
Una festa che termina un’ottima stagione, iniziata in primavera il 18 aprile, e ha consentito nei fine settimana al rifugio di offrire ospitalità e rifocillamento a tanti escursionisti di passaggio in questo incantevole luogo incastonato nel parco dell’Alto Garda Bresciano, sullo spartiacque fra il Garda e la Valle Sabbia.

La situazione meteorologica particolarmente favorevole ha invogliato, soprattutto nella stagione estiva, tanti appassionati della montagna per delle camminate alla portata di tutti lungo i sentieri che partono dalla Valle delle Cartiere a Toscolano per il versante gardesano, o dalla frazione vobarnese di Degagna o dal Cavallino della Fobbia per quello valsabbino. Numerosi anche i bikers, specie i turisti tedeschi, che in sella alle loro mountain bike si sono avventurati per le montagne dell’Alto Gardo, trovando nel rifugio di Campèi de Sìma un punto di riferimento.

A gestire il rifugio ci pensano gli alpini della “Monte Suello”, che a turno hanno affiancato Renato Cerqui, il responsabile della gestione. Oltre all’apertura nei fine settimana, il rifugio è meta dell’iniziativa “Salvaguardia della montagna”, con la quale le penne nere offrono un’escursione di due giorni ai ragazzi delle scuole. Quest’anno il progetto seguito da Giancarlo Pelizzari ha portato a Campèi ben 622 bambini di 19 scuole primarie e di due scuole medie, 73 insegnanti e 70 alpini che hanno provveduto ai servizi di accoglienza. Un’iniziativa di educazione ambientale “sul campo” sempre molto apprezzata sia dagli insegnanti sia dagli alunni, alcuni dei quali quest’anno hanno potuto assistere alla liberazione di alcuni rapaci liberati dal Centro recupero animali selvatici di Cenate Sopra (Bergamo) nella zona della Valle di Vesta, l’unica area “wilderness”, ovvero territori completamenti selvaggi, della Lombardia.

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