Droga «al mercato», sgominata banda
Il "mercato" non era quello delle bancarelle di Desenzano e Salò, ma quello della droga tra Valtenesi e bassa Valsabbia.

 
Del mercato, quello tradizionale, erano state conservate alcune abitudini commerciali: lo sconto proporzionale all’entità dell’acquisto, l’iniziativa promozionale per battere la concorrenza sempre agguerrita in un campo florido come quello della droga.
Sono dieci gli arrestati, fra questi in manette anche una bidella, fatti dai carabinieri nell’ambito dell’operazione denominata appunto «mercato» e che ha inferto un duro colpo allo spaccio in Valtenesi e dintorni.
Cinque facevano parte di una banda italo-tunisina, che aveva buoni agganci, ed era organizzata con compiti ben precisi: il capo, l’autista, il guardaspalle.
Nei loro confronti il gip Cesare Bonamartini ha emesso ordinanza di custodia in carcere, per associazione a delinquere.
Si tratta di Davide Ballardini, di Gargnano, Chedil Hasnaoui, di Vigevano, Roberto Bosio, Habib Hasnaoui e Ahmed Ben Muossa, tutti residenti a Manerba.
 
Altri cinque, invece, sono incappati nella rete colti in flagrante durante le perquisizioni. Sono Mauro Grazioli e la convivente Silvia Vacinaletti, domiciliati a Muscoline, Agnese Bonicelli di Salò, Miriam Manca e il figlio Salvatore Armanini, di Roè Volciano.
Questi vengono accusati di aver spacciato droga, non di far parte in modo stabile dell’organizzazione criminale.
Un ruolo quindi che può essere considerato minore.
 
L’operazione, diretta dal comandante della compagnia di Salò, il capitano Pietro D’Imperio, in stretta coordinamento con il comando provinciale di Brescia, è iniziata in gennaio, è durata nove mesi ed è culminata con gli arresti di martedì pomeriggio, quando un elicottero dei carabinieri ha sorvolato la zona del medio lago con insistenza, alla ricerca degli ultimi… indagati.
Nel corso degli ultimi arresti sono state sequestrate anche bustine di cocaina, marijuana e metadone.
 
La «merce» veniva scambiata nelle boscaglie tra Polpenazze-Puegnago e l’entroterra di Gavardo.
Il prezzo pattuito: dieci euro per una dose di hashish, venti per una di eroina o cocaina. Per incentivare i consumi, e invogliare la clientela a non cambiare fornitori, gli organizzatori del traffico applicavano alcune politiche di vendita dei supermercati, per cui, a chi acquistava per 100 euro, regalavano una dose.
 
Non il classico «prendi tre e paghi due», insomma, ma un altrettanto allettante «sei per cinque».
Gli appostamenti dei militari, cominciati in mezzo alla neve e al gelo dopo l’Epifania, hanno consentito di individuare i luoghi dello scambio.
Spesso la «roba» era lasciata vicino a un capanno di cacciatori, del tutto estranei alla vicenda.
La banda delle cinque persone arrestate per associazione a delinquere stava inoltre cercando di acquistare una pistola per regolare i conti con un gruppo avversario.
 
Dopo il colpo di martedì della Polizia di Stato trentina, al termine di indagini durate otto mesi (bloccata una banda italo-magrebina, in carcere sono finite 13 persone che vendevano sulle spiagge di Riva), ora il bis della compagnia di Salò, a dimostrazione che, il lago di Garda è diventato un crocevia importante della droga.
Nel Bresciano dall’inizio dell’anno - ha ricordato il comandante provinciale Marco Turchi - gli arresti per droga sono stati 467 (283 gli stranieri), mentre i consumatori segnalati alla prefettura 814.
 
Sergio Zanca da Bresciaoggi
091008CC.jpg