Il movimento si divide sulla Comunità montana
In Comunit Montana di Vallesabbia, la mozione di censura della Lega Nord spacca la Lega stessa aprendo un complicato caso politico.

In Comunità Montana di Vallesabbia, la mozione di censura della Lega Nord «spacca» la Lega stessa aprendo un cmplicato caso politico.

La mozione che «censurava» il presidente Ermano Pasini, presentata sabato scorso all’assemblea comunitaria dal leghista e consigliere di maggioranza Giovanni Mantovani, ma derivante da una precisa direttiva ufficiale della Segreteria provinciale guidata da Stefano Borghesi, aveva toni chiari:

«In maniera perentoria, con valore di provvedimento - spiega Floriano Massardi, segretario politico di zona della Lega Nord - la mozione deliberava di esprimere una netta e ferma condanna dell’operato del presidente comunitario Ermano Pasini, che doveva provvedere ufficialmente, per iscritto, a sconfessare il “si” detto prima in Regione, trasformandolo in un netto e fermo “no” alla miniera di sali magnesiaci a Sabbio Chiese. In caso la mozione non passi, faremo le nostre valutazioni».

Sembra che l’ordine fosse quello di abbandonare la seduta, in sostanza «rompendo» con il presidente Pasini, pur con due assessori (uno anche vicepresidente) seduti tra i banchi del direttivo comunitario.

«Siamo molto amareggiati dal rifiuto del presidente di mettere la mozione all’ordine del giorno - continua Massardi - ma ancora di più siamo amareggiati dalla condotta tenuta dal gruppo della Lega Nord in Comunità Montana, che ha scelto di non obbedire alle direttive superiori».

Giovan Maria Flocchini e altri cinque (lui si è preso il compito di parlare per tutti e sei i rappresentanti della «fronda legghista», mentre il settimo, Mantovani, ha invece seguito le direttive provinciali), ha accettato la bocciatura della mozione, trasformata poi in «ordine del giorno» (che ha solo una valenza di indirizzo, non più di provvedimento) posto in votazione al termine dell’assemblea ed approvata da 17 consiglieri su 30 (con 13 astenuti).

Si è insomma consumata una frattura nel gruppo della Lega Nord, visto che non è stata rispettata la scelta del movimento, con «fronda» da parte dei sei ormai dissidenti.

Cosa farà ora la Lega provinciale? «Adesso dovremo valutare - dice Massardi - che cosa non ha funzionato, e quali provvedimenti prendere in merito al mancato rispetto delle indicazioni superiori da parte di qualcuno.

Sulla mozione, dichiarata inammissibile, basta leggere l’articolo 15 dello statuto comunitario per capire che invece era ammissibile».
Sicuramente, adesso ci si possono aspettare conseguenze pesanti per i sei «dissidenti» valsabbini, così come è probabile che Mantovani, sulla base delle direttive superiori, abbandoni la maggioranza. Prima si «romperà» la Lega, ma la domanda è: poi si “romperà” anche la maggioranza in Comunità montana?

m.pas.
Da Bresciaoggi
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