Filodrammatica vestonese
Si narra di una visita a Vestone del regista Ermanno Olmi, alla ricerca di attori da inserire nel cast del film "Il sergente nella neve".

Durante l’inverno del 1962, il regista cinematografico Ermanno Olmi venne a Vestone.
Lo scopo della visita era quello di scoprire personaggi…alpini da inserire nel film “Il sergente nella neve” tratto dall’omonimo meraviglioso libro di Mario Rigoni Stern.
Era una domenica mattina e il teatro dell’oratorio in poco tempo si riempì di aspiranti attori. Fra costoro c’era anche Ottorino Garosio che con pochi disegni ci lasciò la sua testimonianza.
 
Dopo ore e ore di provini, Olmi ebbe modo di scegliere i personaggi che lo interessavano, ma alla fine cadde tutto nel vuoto perché – erano gli anni della guerra fredda – il governo russo non gli permise di girare gli esterni in terra di Russia come lui avrebbe voluto.
Fra i personaggi scelti dal regista Olmi c’era anche Giuseppe Ferremi di via S. Lucia. Ferremi non era digiuno di recitazione. Aveva già calcato le scene di casa nostra nel periodo d’oro della filodrammatica durante gli anni novecentocinquanta, sessanta.
 
In quegli anni, con lui c’erano Dante Giacomelli, Celestina Bendotti, Pietro Giacobini, Franco Mattioli, Giovanni Levrangi, Teresina Sciantarelli, Piera Begliutti, Tullio Sarasini e altri ancora.
La vita della filodrammatica vestonese la possiamo dividere in tre periodi. Prima della seconda guerra mondiale avevano recitato Peppo Rizzi, Dante Giacomelli, Antonio Zambelli (Tone de la barite), Giovanni Levrangi, Luigi Rizzi…(commedia “Lo Strozzino”).
 
Durante la seconda guerra mondiale troviamo Pietro Giacobini, Aldo Guerra, Sperandio Rizzi, Bruno Capelli nelle operette “Ma chi è”, “Una gita in montagna”…
Dopo la guerra, nel periodo d’oro della filodrammatica, hanno recitato – sotto l’esperta regia della signora Ada Scalmana – i vestonesi sunnominati (“La nemica” di Nicodemi, “La maestria”, “Il simpatico zio Parroco”, “La barca senza ritorno”, “Il postino suona due volte”… e, ultima rappresentazione, “Il simpatico commendatore”. In quegli anni non era ancora diffusa la televisione e il teatro dell’oratorio era sempre gremito.
 
La nostra filodrammatica, conosciuta e apprezzata in tutta la valle, ebbe trasferte molto applaudite a Nozza, Odolo, Agnosine, Bagolino….
Ho posto alcune domande agli artisti più impegnati.
Ecco le loro risposte: Dante Giacomelli: “Allora eravamo giovani e pieni di entusiasmo. Recarci alle prove, nel teatro dell’oratorio freddo come il ghiaccio, per noi era una festa. Eravamo molto uniti. Fra di noi c’era tanta cordialità…
Franco Mattioli: “Per le prove eravamo impegnati quasi ogni sera. Avevamo rappresentato almeno una trentina di commedie. L’entusiasmo era alle stelle”.
 
Celestina Bendotti: “Se dovessi ricordare e descrivere il periodo della nostra filodrammatica non basterebbero poche pagine. Perciò mi limito a ricordare quando per la prima volta salimmo sul palcoscenico del teatro freddo e gelido dell’oratorio con la nostra cara e simpaticissima regista, la signora Ada Scalmana, che, imbacuccata fino ai denti, ci seguiva e aiutava con tanta pazienza.
Solo il nostro entusiasmo e voglia di recitare ci riscaldavano. Poi, con il tempo, siamo diventati più “grandini” e più “bravini” e grazie al nostro entusiasmo e sacrificio siamo riusciti a guadagnare applausi e soddisfazioni. Io non dimenticherò mai fra le tante belle commedie recitate, “La nemica” e “Gli alberi muoiono in piedi”. Per l’avvenire avremo voluto che altri giovani ci seguissero e affiancassero affinché la nostra filodrammatica non si sciogliesse, ma perdurasse. Purtroppo la gioventù è attratta, oggi, da altri obiettivi. Peccato!
 
El Vistù, settembre 1999
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