Diossine alla Iro
di Ubaldo Vallini

Per due volte l'Arpa ha rilevato valori oltre il massimo previsto per legge. L'azienda si sta adeguando. Sesana: «Nessun pericolo per la salute».

Ci sono le policlorodibenzodiossine nel “mirino” dell’Agenzia regionale per l’Ambiente, che a Odolo si sta occupando delle emissioni in atmosfera dei camini della Iro.
Nel corso di tre controlli effettuati a partire dal settembre del 2008 nell’azienda odolese, infatti, i tecnici dell’Arpa hanno riscontrato due superamenti del limite consentito che è di 0,5 nanogrammi (miliardesimi di grammo) per metro cubo: la prima volta di 0,5 ng, la seconda di 0,6.
 
Numeri dei quali tener conto per “pesare” adeguatamente la vicenda.
Stiamo infatti parlando di diossine oltremodo pericolose per la salute degli organismi viventi, ma solo in quantitĂ  maggiori a quelle indicate per il caso di Odolo.
“Me l’hanno assicurato anche il direttore dell’Arpa Giulio Sesana ed il funzionario provinciale Riccardo Davini – ci ha detto ieri il sindaco di Odolo Fausto Cassetti -. In questo caso pericoli immediati per la salute dei lavoratori della Iro o degli odolesi non ce ne sono. Sgomberiamo dunque il campo da allarmismi ingiustificati”.
 
La Industrie Riunite Odolesi, intanto, da una parte ha accettato di definire entro fine settembre un progetto di miglioramento del proprio impianto per l’ulteriore abbattimento delle diossine, dall’altra si difende facendo presente che tali superamenti non sono stati riscontrati dal sistema di “autocontrollo” dell’azienda, nonostante siano state correttamente utilizzate le metodologie fissate nel decreto di autorizzazione integrata ambientale (Aia).
 
Una differenza che sarebbe dovuta al fatto che il sistema utilizzato dall’Arpa è tecnologicamente più avanzato di quello previsto dalla normativa al momento del rilascio dell’Autorizzazione integrata alla Iro.
Per avere un quadro completo della vicenda, va detto anche che i dati riscontrati da Arpa risalgono ad un anno fa e che ulteriori analisi di autocontrollo eseguiti dall’azienda nei mesi di luglio e di agosto hanno restituito valori rispettosi dei limiti imposti.
 
Saranno ulteriori analisi che l’Arpa vorrà disporre per il prossimo futuro, unitamente ad un protocollo che preveda un continuo confronto metodologico con l’Agenzia regionale sul rilievo delle sostanze inquinati, a dire la parola fine all’intera vicenda.
A Odolo c’era anche chi temeva la chiusura degli stabilimenti, che impegnano 150 lavoratori. Preoccupazione infondata: basti dire che per l’analoga videnda dell’Alfa Acciai il superamento nell’emissioni di diossine era di 9 volte il limite (45 ng per metro cubo) e che neppure in quel caso la produzione è stata sospesa.
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