Circonvallazione oppure no? Questo è il dilemma
di Vallini

Prosegue con la valutazione di impatto ambientale l'iter per la costruzione di una nuova arteria che ha il compito di togliere il traffico dal centro

Sopralluogo particolarmente “partecipato”, quello che ha avuto come oggetto la zona della Paul, alle spalle di Lemprato, frazione di Idro.
Una verifica tecnica che è stata la prima occasione perchè gli esperti di Regione, Provincia e Comunità montana, alla presenza dei sindaci di Idro, Capovalle e Treviso Bresciano, potessero confrontarsi direttamente sul territorio, con l’obiettivo di valutare i pro e i contrio sulla realizzazione di un’opera viaria fra le più controverse in Valle Sabbia, almeno negli ultimi tempi.

Per la verità nessuno mette in dubbio la bontà dell’idea di realizzare il primo lotto dei tre progettati, quello che consiste in un nuovo ingresso alla parte sinistra del lago, con una nuova rotonda sulla 237 del Caffaro all’altezza delle paratoie ed un ponte nelle immediate vicinanze. La strada proseguirebbe poi con una circonvallazione di Lemprato ed è soprattutto questa seconda fase che sta trovando molte resistenze fra gli ambientalisti. Il terzo lotto permette poi di congiungere la strada per Treviso Bresciano con quella per Capovalle e per il momento non sarebbe stato finanziato.

A scontrarsi due diverse visioni di qual è il significato di “valorizzazione del teritorio”.
Secondo le amministrazioni provinciale e comunale che hanno proposto il progetto, la striscia d’asfalto lunga meno di due chilometri, aggirando l’abitato della storica frazione medievale ne permetterebbe il recupero a fini paesistici e turistici, valorizzando e migliorando la qualità della vita per chi vi abita.
Una posizione che godrebbe dell’appoggio dei sindaci di Capovalle e di Treviso Bresciano, che da tempo chiedono un accesso più comodo alle Provinciali che poi si arrampicano sul fianco est dell’Eridio fino a raggiungere i due centri montani da loro amministrati.

Dall’altra parte, soprattutto la posizione degli ambientalisti nostrani e bresciani che sarebbero sostenuti da gran parte degli oppositori in Comune (che si riferiscono all’area del Centrodestra) e in Provincia (Centrosinistra).
Questi temono che la nuova strada, anche se verrebbe costruita in trincea per minimizzare l’impatto ambientale, finirebbe col mettere in pericolo un’area fra quelle di maggior pregio attorno al lago, proprio fra l’unica zona umida e paludosa rimasta in Valle Sabbia e l’area archeologica di Castel Antic, a due passi da un’antica fornace del ‘500.

A quale pro il sopralluogo dei tecnici? La Provincia, che si è curata di stendere il progetto e che finanzierebbe metà degli oltre 3 milioni di euro che sarebbero necessari per la realizzazione, mentre un quarto sarebbe a carico del Comune e l’altro quarto lo tirerebbe fuori la Comunità montana, aveva chiesto che per questa strada venisse risparmiata la valutazione di impatto ambientale (Via), ma la Regione aveva risposto “picche”. “Sussistono elementi legati alla realizzazione del progetto che possono causare ripercussioni sull’ambiente, d’importanza tale da richiedere lo svolgimento della procedura di Via” aveva riconosciuto il Pirellone.

Ora l’iter entra nel vivo, con l’analisi delle osservazioni al piano di impatto ambientale prodotto a fine febbraio dalla Provincia. Tocca così ai tecnici regionali di valutare posizioni radicalmente discordanti.
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