Idro - Progetto rospi
di Vallini

80 volontari vigileranno sull'incolumità degli anfibi che in questo attraverseranno la strada provinciale per tuffarsi a riprodursi nell'Eridio

Entra nel vivo anche quest’anno il “progetto rospi”, che in Valle Sabbia fin dal 1993 coinvolge la sponda orientale del lago d’Idro, fra Vesta e Crone. Ogni serata da adesso in poi, infatti, è quella buona perché questi anfibi sempre più rari ricomincino da quelle parti a scendere dalla montagna, con l’obiettivo di tuffarsi nell’acqua del lago per riprodursi e deporre le uova.
Pronti a prestare la loro opera, per evitare che gran parte dei “bufo-bufo” finiscano “arrotati” dalle auto in transito su una manciata di chilometri del lungolago, ci sono già un’ottantina di volontari, metà dei quali sono Gev (guardie ecologiche volontarie) di Provincia, Comunità montana dell’Alto Garda e Comunità montana di Valle Sabbia. Gli altri sono appartenenti a diverse associazioni di ambientalisti, alcuni anche fra gli abitanto delle sponde del lago.
Un lavoro non da poco il loro: per un mese e mezzo, a turno, controlleranno l’integrità delle barriere, quelle che hanno il compito di convogliare i rospi verso i sottopassaggi e quindi direttamente sulla riva del lago. Idem per quando gli animali faranno il percorso inverso, ma dovranno anche cercare di contarli e di verificare quanti, sfuggiti al loro controllo, rimarranno comunque spiaccicati sull’asfalto. “Ci diamo da fare volentieri per dare una possibilità in più di sopravvivenza a questi anfibi che sono sempre più rari – ci ha detto Vincenzo Ferri, naturalista e consulente scientifico della Regione Lombardia -. Peccato che troppo spesso scopriamo che quest’opera non viene tenuta in debita considerazione”.
In attesa della migrazione dei rospi, infatti, ai volontari troppo spesso tocca ripristinare quella parte fissa di barriera “pararospi” vittima di atti vandalici. E’ successo anche quest’anno e sul perché sono possibili soltanto delle ipotesi: “Capita che le barriere vengano distrutte laddove ci sono stati lavori nel bosco, frequenti per liberare i cavi della linea elettrica, oppure dove partono sentieri e stradine – ci ha detto Ferri -. In questo caso si tratta di poca considerazione dell’impegno altrui sul fronte della salvaguardia degli anfibi e confidiamo nel fatto di riuscire a contattare i responsabili della manutenzione della linea elettrica per convincerli della bontà dell’iniziativa. Altre volte invece sono gesti deliberati di sabotaggio, per di più con l’ulitizzo di motoseghe, che non rusciamo proprio a spiegarci”.
“Progetto rospi” cerca continuamente volontari per garantire la necessaria continuità dei controlli per tutta la durata della migrazione.
Chi volesse aderire può contattare Tineke al 333 6394776 oppure Roberto al 335 6614012.
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