Omaggio a Gabriele D'Annunzio
di red.

Il giallo della morte di Gabriele d’Annunzio verrŕ presentato venerdě 23 febbraio a Salň, nell’imminenza del settantesimo anniversario della scomparsa del poeta del Vittoriale, avvenuta la sera dell’1 marzo 1938.

Il giallo della morte di Gabriele d’Annunzio verrà presentato venerdì 23 febbraio a Salò nell’imminenza del settantesimo anniversario della scomparsa del poeta del Vittoriale, avvenuta la sera dell’1 marzo 1938.

Autori del romanzo «Il Mostro e il Mago», edito da Starrylink, sono Marisa Strada, scrittrice e docente all'Università di Ca’ Foscari di Venezia, e Attilio Mazza, che ha già dedicato una trentina di saggi alla vita di d’Annunzio. La manifestazione avrà luogo per iniziativa dell’Assessorato alla Cultura di Salò e della Biblioteca Comunale, alle ore 18 nel Sala dei Provveditori, a conclusione del ciclo “Invito alla lettura”.

L’opera si propone come un’inchiesta, al contempo poliziesca e storico-letteraria, al confine tra rappresentazione e dimostrazione, che segue il metodo della ricostruzione indiziaria per scoprire, al disotto delle apparenze pubbliche, la sostanza della verità enigmatica. I segreti e i misteri oggetto dell’inchiesta riguardano la vita e la morte di d’Annunzio.

Il titolo sintetizza, simbolicamente, il tessuto dell’interpretazione, ma è anche suggerito da una lettera, scritta da d’Annunzio a Luisa Bàccara, nell’Assunta del 1933, in cui si legge: «Ho mandato, proprio ora, un lampo di felicità a un poeta tedesco che desiderava di vedere da vicino il Mostro! Un Mostro che sa fare il Mago».

Nel romanzo l’inquirente è uno studioso di d’Annunzio, tormentato dall’impossibilità di cogliere la sua verità segreta nell’oceano dei documenti e delle testimonianze e nel mito carnevalesco dalle molte e incompatibili maschere; egli ha inoltre forti indizi per ritenere falsa la spiegazione ufficiale della sua morte e dubitare che molti segreti occultino la verità.

Una circostanza occasionale determina l’incontro tra l’inquirente e il deuteragonista del romanzo, individuo portavoce di filosofie orientali e dotato di poteri extrasensoriali, a sua volta interessato a d’Annunzio, per gli aspetti sciamanici e occultisti e per i dubbi circa la sua morte.

La collaborazione dei due protagonisti nell’inchiesta sviluppa così anche il rapporto tra metodi di conoscenza e tra visioni della vita, scandendo la vicenda in momenti di evoluzione spirituale. L’inchiesta si sviluppa parallelamente in fasi di scoperta, ciascuna costitutiva di un capitolo e ciascuna ambientata in uno spazio, fisico ed emblematico, della Prioria del Vittoriale, vero castello dei fantasmi e delle maschere dannunziani, sullo splendido sfondo del lago di Garda.

I protagonisti si muovono tra i segreti della casa del Mostro-Mago: dalla Stanza del Lebbroso, luogo dell’iniziazione, alla Stanza della Leda, luogo dell’eros divino e della voracità sessuale, alla Biblioteca, luogo dei libri e del mistero, alla farmacia della Zambracca, luogo della “malattia segreta” e dei veleni.

L’inchiesta procede sia con il metodo analitico e deduttivo sia con l’intuizione e l’immaginazione, potenziate da percezioni extrasensoriali: pertanto d’Annunzio sciamano, d’Annunzio amatore, d’Annunzio malato e infine morente sono da una parte oggetto di ricostruzione documentaria e discussione, dall’altra oggetto di diretta ed emotiva rappresentazione.

L’inchiesta giunge all’esame delle possibilità di morte violenta e si conclude con l’immaginazione dell’ultimo giorno di Carnevale in cui d’Annunzio morì.

Il romanzo è sostenuto da un’autentica e completa documentazione non priva di novità, ma si propone anche alla lettura di chi ama le trame poliziesche e di chi è curioso di misteri, di passioni d’amore, d’intrighi, di prospettive ignote dell’esistenza.
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