Perde la vita ad Agnosine 18enne di Sabbio
di Ubaldo Vallini

Un’altra vittima della strada, questa volta sulla Sp 79, i diciannove ancora da compiere. Luca Guerra si chiamava, abitava in via San Martino al civico 57 di Sabbio Chiese con i genitori ed un fratello piů piccolo.

Un’altra vittima della strada, questa volta sulla Sp 79, i diciannove ancora da compiere. Luca Guerra si chiamava, abitava in via San Martino al civico 57 di Sabbio Chiese con i genitori ed un fratello più piccolo.
Erano le 21 di ieri sera quando l’incidente che è sempre in agguato se l’è portato via.

“Sono a Bione, aspettatemi che arrivo subito”. La voce di Luca era allegra come al solito e l’appuntamento era al bar della “Malpensa”, tradizionale ritrovo del gruppo. C’era da uscire insieme agli amici e lui non voleva certo mancare.
Loro lo aspettano invano, e dopo una mezz’oretta lo richiamano. Dall’altra parte però la voce non è la sua, risponde una donna che è una delle volontarie di Pronto Intervento, l’associazione dell’ambulanza odolese: “Luca ha avuto un incidente al bivio per la zona industriale di Agnosine e non vi può rispondere”.

Quel che è successo ha provato Paride a spiegarlo ai poliziotti della Stradale di Salò e di Brescia che sono intervenuti insieme ai carabinieri di Sabbio Chiese. E’ stato lui, capo dei Vigili del fuoco volontari di Lumezzane, ad allertare i soccorsi e i colleghi che sono arrivati con uno dei loro mezzi: “Stavo salendo verso Lumezzane quando ho visto i fari in lontananza di una macchina che stava sbandando – ha detto -. Mi sono messo da parte e per fortuna, perché quando mi è passato accanto per poco non mi viene addosso. Ho chiesto a mia moglie di guardare indietro se quello riusciva a fare la curva perché mi sembrava impossibile riuscisse a farcela. Lei ha notato sotto le luci dei lampioni un gran polverone. Ho capito subito quel che era successo e sono tornato indietro. L’ho trovato steso nel prato già privo di conoscenza”.

Ci hanno provato per quasi un’ora i volontari a rianimarlo, insieme al medico arrivato al volo da Nozza con l’auto medicalizzata, ma non c’è stato niente da fare. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, che la Stradale provvederà a chiarire meglio, Luca ha perso il controllo della grossa Lancia K di papà Doriano quando la lunga discesa della Sp79 gira a sinistra e si spiana.
E’ in quel punto che iniziano a scorgersi sull’asfalto i segni neri della frenata. Non ce la fa a riprendere l’assetto e sale sullo spartitraffico dell’incrocio per le fabbriche. Abbatte due paletti della segnaletica, sobbalza e picchia il muso contro un basso muretto, sfiorando un lampione. Lì si impenna, si gira e si capovolge più volte arando ora col muso ora con la coda la vasta aiuola erbosa.

L’ultima piroetta, prima di centrare altri cartelli stradali, è quella fatale: Luca viene sbalzato fuori dall’auto, sembra addirittura dal lunotto posteriore, e si procura le ferite che lo uccideranno. Poi arrivano gli amici da Sabbio, studenti come lui, urlano e si disperano. Una scena straziante seguita dagli occhi lucidi e dalle bocche serrate di decine di altri valsabbini.

Papà Doriano, meccanico autoriparatore a Odolo prima e ora a Casto per la Raffmetal lo conoscono in molti, così anche mamma Giuliana. La voce si sparge in tutta la Valle Sabbia, prima ancora che qualcuno trovi il coraggio di andare ad avvisare i genitori. La salma dello sfortunato ragazzo, che avrebbe compiuto 19 anni il prossimo agosto, è stata ricomposta nella sala mortuaria dell’ospedale di Gavardo a disposizione delle autorità.
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