Cresce il numero dei figli degli immigrati
Cresce il numero dei figli degli immigrati a Vobarno: su 86 piccoli iscritti alla materna, quelli di origine straniera sono 52, corrispondenti ad una percentuale superiore al 60 per cento.

Cresce il numero dei figli degli immigrati a Vobarno: su 86 piccoli iscritti alla materna, quelli di origine straniera sono 52, corrispondenti ad una percentuale superiore al 60 per cento.
I 52 stranieri arrivano dal Marocco (in 27, oltre la metà), dal Burkina Faso (in 10), da Senegal (4), Albania, Bosnia, India, Pakistan, Kosovo e Costa d’Avorio.

Del resto a Vobarno il fenomeno stranieri, intriso dei colori dell’Africa, vede superata la quota 1.000, sui neanche 8.000 abitanti, con percentuali che si avvicinano al 15 per cento:

«La parte del leone - spiegano in anagrafe - la fa l’Africa, che complessivamente è attorno al 65% degli stranieri. Uno su quattro arriva dall’Europa, in particolare dall’Est, o poi ci sono un po’ di asiatici e sudamericani, ma in percentuali contenute».

Sono una quarantina i paesi del mondo che fanno riferimento a Vobarno: «I paesi africani sono solo una decina, ma per alcuni di loro ci sono grandi numeri. Quasi la metà degli africani arriva dal Marocco, seguiti poi da senegalesi e burkina. E queste sono le tre etnie più rappresentate. Per l’Africa ci sono poi algerini, ghanesi, nigeriani, ivoriani, del Mali, tunisini ed egiziani.

Quarta forza numerica a Vobarno, al 10% circa, sono gli albanesi, seguiti dai rumeni e ucraini (in questi ultimi due casi le donne predominano, in virtù del fenomeno «badanti»). Seguono poi altre nazionalità (dalla Cina al Brasile, dal Pakistan alla Croazia, dall’India a Bosnia e Jugoslavia), ma che insieme incidono poco.

L’incidenza così alta dell’infanzia attesta di una certa integrazione in atto, attraverso il ricongiungimento famigliare che, soprattutto per chi arriva dal Marocco, si fa intenso.

Da rilevare altri due aspetti, uno che va in diminuzione e l’altro che, invece, accresce il fenomeno dell’incidenza straniera: da un lato ci sono gli asili privati, di matrice cattolica, dove il maggior costo e la religione tendono a tener lontano gli stranieri (qui la presenza di locali è massiccia), dall’altro ci sono le convinzioni degli stranieri che fanno si che un buon numero di loro preferisca tenersi il piccolo a casa, non facendogli frequentare la materna: questo tiene naturalmente il piccolo fuori dai «conteggi» che, se tenendo conto delle materne private vedrebbero decrescere la percentuale del 60%, considerando chi, in età per la scuola dell’infanzia, se ne sta a casa, vedrebbero la stessa percentuale addirittura in crescita.

m.pas.

Da Brescioggi


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