Il bilancio della stagione per gli ambientalisti
Raffaella Zucchi, responsabile tutela animali dei Verdi e da Katia Pellittiere, guardia ecologica volontaria del Wwf, parlano della stagione venatoria nel bresciano.

«Anche quest’anno la stagione venatoria nel Bresciano si è conclusa in maniera vergognosa, con un incremento inquietante delle violazioni alla legge 157/1992 che regola la caccia».

È la denuncia presentata da Raffaella Zucchi, responsabile tutela animali dei Verdi e da Katia Pellittiere, guardia ecologica volontaria del Wwf.

L’accusa degli ambientalisti bresciani non si limita a ricordare l’aumento del bracconaggio e delle violazioni della legge in materia venatoria, ma anche a sottolineare «l’inadeguata legislazione messa a punto dalla Regione Lombardia, che taglia i fondi per i parchi e aumenta quelli per la caccia».

Per la Zucchi sono le recenti leggi regionali sulla caccia in deroga e sui richiami vivi ad «avvallare l’aumento dell’illegalità». Ma l’incubo degli animalisti bresciani è la «Proposta di modifica alla legge regionale del 2 agosto 2004: chiede la proroga a otto mesi per la caccia agli ungulati quali cinghiali, caprioli, cervi, daini, stambecchi».

Una proposta contro la quale Verdi, Wwf, Lac e Lipu promettono di rivolgersi a Governo e Corte costituzionale.
«Le leggi regionali in materia di caccia in deroga - prosegue la Zucchi - permettono di abbattere specie protette. Per avvallare questo stato di cose la Regione vuole creare una sezione lombarda dell’Istituto nazionale fauna selvatica, l’ente deputato a indicare annualmente quali specie sono cacciabili. Un distaccamento locale dell’Infs finanziato dalla Regione creerebbe un ente politicizzato e compiacente, non certo in grado di tutelare la fauna locale».

Sul tema dei «richiami vivi» a finire sul banco degli imputati è lo stesso assessore provinciale alla Caccia, Alessandro Sala: «Perchè non vieta la vendita di uccelli da richiamo denunciando e bloccando le tante inserzioni che si vedono sui quotidiani locali? - si chiede la Pellittiere -. Noi pensiamo che il suo contrasto del bracconaggio sia fatto solo a parole».

Passando al bilancio dei reati scoperti dalle 13 guardie venatorie volontarie del Wwf (andrebbero aggiunti gli illeciti scoperti dalle altre guardie volontarie) è evidente il loro aumento rispetto all’anno scorso: 156 le notizie di reato inoltrate alla Procura (nel 2005 erano state 144); 1431 animali feriti recuperati; aumento del 100% nell’utilizzo delle reti e delle sep «piccole tagliole che vengono regolarmente vendute nei negozi di ferramenta nonostante siano vietate».

Come reagire ad una situazione così disastrosa? Aumentare il numero degli agenti addetti al controllo (poche decine contro 30mila cacciatori bresciani). «Il nostro lavoro è sempre più difficile - chiude la guardia ecologica Pellittiere - visto che anche la politica locale attacca il nostro operato con cartelli appesi nei bar e attacchi pretestuosi sui giornali».

Pietro Gorlani

Da Bresciaoggi


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