Ore di preoccupazione alla Casa di riposo
Tra il tardo pomeriggio di venerdì e la mattinata di sabato, dentro e fuori la casa di riposo di Nozza di Vestone si sono vissute interminabili ore d’ansia per la scomparsa di uno degli ospiti

Tra il tardo pomeriggio di venerdì e la mattinata di sabato, dentro e fuori la casa di riposo di Nozza di Vestone si sono vissute interminabili ore d’ansia per la scomparsa di uno degli ospiti, e per l’ovvio timore che si potesse essere verificato un incidente drammatico.

Invece, per fortuna, la disavventura capitata ad Antonio Pialorsi, 65 anni, per tutti il «Nanì», si è risolta con un grande spavento e con un principio di assideramento che non dovrebbe avere conseguenze.

L’ospite in questione vive nella Rsa «Passerini» dall’aprile del ’97, dopo la scomparsa della madre, con la quale viveva, a Vestone, sul retro di via Fabio Glisenti. «Venerdì pomeriggio - raccontano gli operatori della Passerini - come faceva spesso è uscito per una passeggiata.

Ma alle 17, lui che è sempre puntualissimo, non era ancora rientrato; e abbiamo iniziato a preoccuparci».
Con l’arrivo del buio è scattata una vera mobilitazione: vigili del fuoco volontari di Vestone, personale della casa di riposo, parenti dello scomparso e altri volontari hanno iniziato a perlustrare il territorio, e soprattutto quei luoghi che il Nanì frequenta di solito nelle sue passeggiate.

Le ricerche sono proseguite fino a oltre l’una di notte grazie alluso di torce, ma il 65enne non è stato ritrovato.

La «battuta» è ripresa alle 7 del mattino, appena ha albeggiato, e ha riservato due incontri fortunati: «Un avventore del bar Croce bianca - spiegano i vigili del fuoco di Vestone - ci ha detto di aver visto Nanì la sera prima in località Torrenno, mentre dalla strada stava osservando un fienile al di sotto.

E poco dopo, una donna ha affermato di averlo incontrato sempre la sera prima alla fontana del fienile stesso, mentre si dissetava.
Ed è proprio in questa località che lo scomparso è stato ritrovato alle 8.30 di ieri: era steso a terra, faccia in giù; e probabilmente, dopo essere caduto, aveva dormito lì per tutta la notte. Sul posto, oltre ai citati vigili, volontari, parenti, dipendenti della Rsa e carabinieri di Idro, è arrivata anche l’auto medicalizzata di Nozza.

Poi l’eliambulanza del «118» ha trasportato l’uomo (come dicevamo gli è stato diagnosticato un principio di assideramento) fino all’ospedale di Desenzano.
«Bisogna proprio dire che Dio ha guardato giù - ha commentato la sorella -, almeno nei confronti di mio fratello. Di sicuro, se la temperatura fosse stata al di sotto dello zero non si sarebbe salvato».

di Massimo Pasinetti
Da Bresciaoggi