In fumo i boschi tra Valsabbia e Valtrompia
Oltre cento ettari in fumo; novanta uomini impegnati; tre elicotteri, cui si sono aggiunti due Canadair. Sono i numeri del vasto incendio che dal primo pomeriggio di venerdì ha interessato due versanti montani: a Lodrino in zona Nasego e Cavada

Oltre cento ettari in fumo, tra zona pascolo e boschiva; novanta uomini impegnati; tre elicotteri del centro operativo di Curno (Bg), cui si sono aggiunti due Canadair.

Sono i numeri del vasto incendio che dal primo pomeriggio di venerdì ha interessato due versanti montani: a Lodrino in zona Nasego e Cavada, lambendo anche l’area dove è situato il Roccolo Morandi (verso Marmentino) e la cresta che delinea la Corna del Savallo sopra Mura in Valsabbia.

Il forte vento e l’aria calda di phön che per tutto il giorno di venerdì hanno dominato l’alta Valle hanno alimentato le fiamme rendendo difficili le operazioni di spegnimento, nonostante l’intervento di due elicotteri della Regione. All’alba di sabato erano tre i velivoli giunti da Curno, messi a disposizione dalla Regione e, in tarda mattinata, è stato chiesto il supporto di un Canadair.

Una sessantina di uomini sono stati impegnati sul versante lodrinese, mentre altri trenta hanno operato sul costone montano che unisce alla Valsabbia, caratterizzato da una folta vegetazione e alberi resinosi, qui hanno lavorato anche le squadre antincendio di Lavino e Pertica Alta.

Un rogo imponente, con fiamme alte decine di metri il cui percorso, a serpentina illuminata, nella notte era ben visibile dalle località pedemontane sia della Valle Sabbia sia della Valtrompia. Un incendio difficile da domare per la zona impervia e per le condizioni climatiche che hanno favorito l’estendersi delle fiamme. Al lavoro i gruppi antincendio boschivo di Marcheno, Lodrino, Marmentino, Gardone Vt a cui si sono aggiunte le squadre del Corpo forestale di Gardone Vt e Concesio, quelle del Gruppo Val Carobbio di Brescia e due mezzi dei Vigili del fuoco di Brescia e Salò. La squadra della Val Carobbio, con due vasche poste in località Pineta di Lodrino, garantiva il rifornimento d’acqua mentre due autobotti dei Vigili del fuoco attingevano nel laghetto Lembrio al confine tra Lodrino e Marcheno; i tre elicotteri della Regione si rifornivano dalle vasche e dal laghetto Bongi sopra Mura, mentre i due Canadair facevano la spola tra il lago d’Idro e la Corna di Savallo.

Insomma un bilancio pesante, alleviato soltanto nel primo pomeriggio di sabato quando l’incendio in località Cavada, verso Nasego è stato spento, mentre in Savallo il rogo era ancora attivo ma sotto controllo.
Sul posto, per coordinare le operazioni Gian Pietro Temponi responsabile del gruppo Protezione civile della Comunità montana.

Anche l’assessore all’Ambiente e Protezione civile in Comunità montana Antonio Bazzani ha seguito l’evolversi della situazione e non ha lesinato parole di condanna: «Ancora una volta registriamo incendi dolosi e patrimonio boschivo compromesso, episodi causati da persone che dimostrano spregio verso l’impegno di decine di uomini che mettono a repentaglio la propria incolumità per spegnere i roghi; non si rendono conto del danno ambientale ed economico che si ripercuote sull’intera collettività», ha detto Bazzani.

Alla fine, soltanto nel pomeriggio la tensione si è allentata, i roghi più grossi sono stati spenti e i focolai circoscritti.

Pia Grazioli
Da Giornale di Brescia
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