«Fino a quando il lago non uscirà dal Chiese»
di Ubaldo Vallini

Caso Eridio: il prefetto impone una riduzione a 7 metri cubi in uscita dalla galleria di svaso con la previsione di raggiungere lo sfioro naturale in una ventina di giorni. Ai rivieraschi non basta ed occupano il municipio di Idro.

Alla fine a prevalere è stato il buon senso e il disagio lo sopporteranno metà per ciascuno: da una parte i rivieraschi del lago che dovranno attendere una ventina di giorni per vedere scolmare il lago dal suo emissario e sopportare che la “galleria degli agricoltori” continui a risucchiare acqua dall’Eridio; dall’altra i produttori di energia elettrica che dovranno accontentarsi di meno pressione per far girare le loro turbine, col rischio che alcune non riescano a girare affatto.

Questo è quanto ha regalato al lago valsabbino la convulsa giornata di ieri.
In tarda serata il “quadro” ha registrato un’ulteriore modifica, con un buon numero di cittadini del lago che, al termine di una riunione col sindaco Augusta Salvaterra, hanno deciso di occupare la sala consiliare: “Ci rimarremo a turno fino a che il nostro lago non uscirà dal suo emissario naturale - hanno detto -. Oppure se la galleria degli agricoltori viene chiusa”.

La prima delle novità è arrivata alla fine di un “summit” che fra gli altri ha riunito davanti al viceprefetto dott. Visconti i rappresentanti del Registro Italiano Dighe, il dott. Cassani del dipartimento Risorse Idriche della Regione Lombardia, il Commissario Ettore Fanfani, Pasini, Rovatti e Brugnoni per la Comunità montana di Valle Sabbia, i sindaci rivieraschi Salvaterra per Idro e Melzani per Bagolino, i rappresentanti dell’Enel, del Consorzio di Medio Chiese e l’assessore provinciale alla Protezione civile Corrado Scolari.
In questa occasione sarebbe stata una forte presa di posizione da parte del dott. Visconti ad avere ragione di convinzioni inizialmente inconciliabili: dalla “galleria” usciranno 7 metri cubi al secondo (in luogo di 10), comunque in misura inferiore a quanti ne entrano dal Trentino; in questo modo, è stato calcolato, il lago sarà in grado di raggiungere la quota di sfioro “naturale” in una ventina di giorni.
Va da sé che da quel momento potrà uscire tutta l’acqua che entra, fermo restando la volontà di far arrivare l’Eridio a quota 368,50 il 31 maggio, secondo quando aveva previsto un precedente e sofferto accordo fra le parti.

Il sindaco di Idro Augusta Salvaterra e il suo vice Rizzardi, hanno reso note le novità in un incontro con la popolazione che ha avuto luogo nella sala consiliare.
Un’assemblea gremita da cittadini agguerriti che non hanno certo lesinato critiche alla loro amministrazione, ritenuta troppo accondiscendente nei confronti delle esigenze degli utilizzatori irrigui.
La richiesta al sindaco è stata in particolare quella di emettere un’ordinanza di chiusura della galleria “incriminata”, notoriamente classificata “fuori servizio” e ritenuta quindi pericolosa da utilizzare.

La Salvaterra, in virtù del fatto che “la politica è opera di mediazione”, ha deciso invece di accettare il compromesso indicato dal Prefetto ed evitare di andare allo scontro duro.
Netta e divergente la posizione del Coordinamento delle Pro loco del lago che ha deciso di inoltrare ugualmente formale denuncia alla Procura della Repubblica chiedendo l’immediato sequestro della mai collaudata galleria di fondo.

Proseguono intanto i lavori per tappare il canale dell’Enel e per svuotarlo completamente, operazione necessaria per il programma di manutenzione straordinaria che prevede anche la sostituzione delle griglie all’ingresso della conduttura forzata della centrale di Carpeneda. Così è previsto che rimarrà fino alla fine d’aprile.
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