Le ferite ancora aperte di Gavardo
A due anni dal sisma la chiesa a Sopraponte di Gavardo mostra ferite ancora aperte: don Bonetta fa appello alla generosità dei concittadini «Santa Maria ha bisogno di aiuto»

Terzo Natale dal terremoto del 24 novembre del 2004 che anche a Gavardo ha prodotto innumerevoli danni ad abitazioni private, edifici pubblici ma anche (e, forse, soprattutto) al patrimonio ecclesiastico.
A Sopraponte di Gavardo, tra gli edifici pubblici, gravemente danneggiata era stata la scuola elementare che è però stata rimessa a nuovo in tempi rapidi, grazie al contributo regionale, certo, ma anche a quello del Comune e al sostegno di tutta la popolazione.

A subire una vera e propria debacle, per quanto riguarda gli edifici ecclesiastici, è stata la chiesa di Santa Maria degli Angeli (che era stata da poco restaurata e che si trova nelle vicinanze dell’oratorio), l’oratorio stesso e il convento delle ex suore Orsoline, sede della scuola elementare parrocchiale e della scuola materna.
Oggi a due anni di distanza dal sisma il parroco don Giacomo Bonetta tira le somme e lo fa pubblicamente - sul bollettino parrocchiale «Il ponte» diffuso in tutte le famiglie - chiedendo ancora un aiuto alla popolazione gavardese per sostenere le imponenti spese per ristrutturare l’intero complesso.

Tra le altre cose, proprio alcune settimane fa, si era verificata un nuova leggera scossa di terremoto avvertita anche sul Garda e in Vallesabbia e dalla volta della chiesa si erano staccati altri calcinacci.
Don Giacomo crede molto nella generosità dei suoi parrocchiani: «Ho vinto la scommessa sui miei parrocchiani e sulla loro generosità - sottolinea don Giacomo - su una scuola che ha una lunghissima tradizione, sulla stima di cui questa scuola gode. Gli oltre trecento bambini che la frequentano e la continua richiesta di istituire una scuola media sono lì a dimostrarlo. Questo ci ha fatto impegnare tutte le risorse della parrocchia: in un anno abbiamo dovuto spendere quello che avevamo preventivato in dieci anni».

«Il Progetto 2000 - spiega don Giacomo - infatti comprendeva il rifacimento dei tetti della parrocchiale e di tutti gli impianti elettrici e di sicurezza con una spesa di un miliardo circa di vecchie lire e poi l’ammodernamento di tutte le strutture murarie della scuola e dell’oratorio e la messa a norma degli impianti. Avevamo per questo acceso un muto ventennale di 1.5 milioni di euro. Senza il terremoto avremmo potuto terminare l’anno scorso i campi sportivi e continuare la costruzione della scuola materna. Invece in pochi secondi il terremoto ha provocato danni enormi alla scuola. Adesso noi stiamo lavorando con i contributi della Regione Lombardia, ma questi non basteranno. Infatti questi serviranno a finanziare soltanto le opere murarie conseguenza del terremoto e non i pavimenti, i soffitti, gli impianti idraulici, i serramenti. Per questo chiedo ai miei parrocchiani di darci ancora una mano».

Queste le cifre del disastro.
L’ammontare delle spese costituite dai danni provocati dal terremoto e in aggiunta anche le spese per l’adeguamento degli impianti è stato calcolato in 846mila euro.
Il finanziamento pubblico ammonta a 594mila euro.
Restano da coprire a carico della comunità 251mila euro.
Fino ad oggi sono stati raccolti 155mila euro, denaro già utilizzato per accelerare il completamento della scuola materna.

La scuola parrocchiale, come si diceva, ha un totale di 303 alunni, 228 sono gavardesi, gli altri 75 vengono da fuori. I pasti giornalieri con cucina propria sono 280, mentre l’«extraorario» è garantito fino alle 18.
La scuola elementare infine è costituita da dieci classi per 203 alunni e un corpo docente composto da 15 insegnanti. La scuola materna conta su 4 sezioni, cento bambini, 5 insegnanti.

Paola Pasini
da Bresciaoggi
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