Risorge la chiesa di Carpeneda
Da 2 anni la messa sotto un tendone, ora la svolta. «Ma servono più fondi» A Carpeneda di Vobarno, don Plata riavrà presto la sua chiesa dopo che per due anni, in seguito al terremoto, è stato costretto a dire messa sotto un tendone.

Da 2 anni la messa sotto un tendone, ora la svolta. «Ma servono più fondi» A Carpeneda di Vobarno, don Plata riavrà presto la sua chiesa dopo che per due anni, in seguito al terremoto, è stato costretto a dire messa sotto un tendone.
I lavori di ristrutturazione sono finalmente partiti.

La chiesa in questione, la parrocchiale di di S. Margherita di Scozia, è sicuramente la chiesa più recente della Vallesabbia: «La prima pietra - spiega don Plata- fu posata nel 1949, in un paese anch’esso recente, nato con l’affermarsi dell’era della Falck. E’ del 1963 la consacrazione di Carpeneda a parrocchia autonoma.

«Ma il terremoto del 24 novembre 2004 ha provocato lo spostamento delle capriate (le travi portanti) e delle volte sotto il presbiterio, e per questo motivo la nostra chiesa è chiusa già fin dal mattino del 25 novembre», spiega il parroco.

La settimana successiva, la Protezione civile realizzò una tensostruttura a fianco del campo sportivo, e da allora i circa 900 fedeli di Carpeneda esercitano il loro culto religioso sotto la tenda: «Una situazione che abbiamo cercato di rendere più funzionale possibile, ma che inevitabilmente comporta dei disagi sia d’inverno, per il freddo, che d’estate, per il caldo».
Ma ora finalmente le nubi sopra Carpeneda sembrano diradarsi, sostituite dal sole: sono infatti iniziati i lavori di sistemazione della chiesa, che ci attendiamo di poter riaprire al culto entro la fine della prossima primavera.

Per risistemare la parrocchiale serviranno complessivamente 213mila euro. Di questi, 81mila arriveranno dalla Regione a finanziamento per il terremoto. Ma per il resto, oltre 130.000 euro, bisognerà far ricorso alla sensibilità dei circa 900 fedeli di Carpeneda.
Nella giovane chiesa di Carpeneda inoltre, gli affreschi raffiguranti brani biblici, opera del Salvetti, artista contemporaneo, sono deteriorati, così come l’organo del ‘700, che si ritrova con tutte le canne danneggiate. Anche le opere all’interno saranno restaurate, per ridare alla chiesa lo stesso aspetto che aveva due anni fa, fino al giorno prima del terremoto.

Nel frattempo, la sensibilità dei parrocchiani è già stata sollecitata con raccolte fondi, mercatini, lavoretti di Natale messi in vendita, ed altre iniziative in atto già da subito dopo il terremoto: «Tocca soprattutto ai fedeli metter mano al portafoglio per recuperare il proprio tempio. Ma se da loro il sostegno è arrivato immediato e spontaneo, quel che assolutamente ci manca - spiega don Plata - è il sostegno delle tante aziende di Carpeneda, che finora si sono dimostrate sorde agli appelli della comunità. Ci auguriamo, ora, con l’inizio dei lavori, di assistere ad una inversione di rotta».

da Bresciaoggi
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