Vigile di Paitone al «Milionario»
Se avesse risposto «il sole», anziché correttamente «il fuoco», sarebbe finito come Icaro che, sfidando il cielo per salire sempre più in alto, ebbe le ali bruciate e precipitò, annegando tra i flutti dell’Egeo...

Se avesse risposto «il sole», anziché correttamente «il fuoco», sarebbe finito come Icaro che, sfidando il cielo per salire sempre più in alto, ebbe le ali bruciate e precipitò, annegando tra i flutti dell’Egeo.
Ma Roberto Cavalmoretti di Villanuova sul Clisi, 42enne vigile urbano e istruttore di Polizia municipale a Paitone, prudente a dispetto della giovanile esuberanza, ha preferito fermarsi davanti alla insidiosa dodicesima domanda del «Milionario», accontentandosi, si fa per dire, di 35mila euro (70 milioni di lire del vecchio conio), con i quali si farà e farà un bel regalo di Natale: una settimana a Londra con papà Mario e mamma Lina per visitare la sorella Ada e conoscere Mia, la nipotina.

Certo le occasioni per salire più su nella scalata al milione di euro non capitano tutti i giorni ed i 70mila euro che accompagnavano la domanda sul «Cantico delle creature» erano davvero una ghiotta opportunità. Ma il nostro saggio vigile non ha rischiato di «bruciare» metà della vincita (come prevede il regolamento) sino a quel momento raggranellata con stress e qualche fatica.

Roberto Cavalmoretti, dopo l’agevole esordio di venerdì (ha liquidato in un battibaleno le domande «spaccaemozione»), sabato ha brillantemente superato gli ostacoli degli 8mila, 16mila e 35mila euro (miss Moneypenny, fedele spalla di James Bond; le biche ovvero il cumulo di covoni di grano; la vittoria di Bartali al Giro di Francia nei giorni dell’attentato a Togliatti) e si è guadagnato il diritto a leggere la domanda da 70mila euro.
Dal «Cantico delle creature» gli si chiedeva: «Cosa descrive san Francesco quando dice che è bello e iocundo e robustoso è forte?».

Quattro le opzioni offerte dal computer: il sole, il fuoco, il vento, il mare. Il concorrente, ormai a secco di aiuti (del pubblico, da casa e del computer), ha frugato tra i ricordi degli anni di liceo, ma alla fine non ha azzardato, pur manifestando forte propensione a rispondere «il sole (e nonostante - ci è parso di capire - Gerry Scotti, tradito dall’istinto, avesse inconsapevolmente mimato la risposta).

Chi si contenta gode, dunque. E mai, come in questo caso, il proverbio è parso più azzeccato. Così ora Roberto potrà godersi un Natale davvero con i fiocchi all’ombra del Big Ben, insieme a tutta la sua bella famiglia. E con quel che avanza, una volta sistemato il fisco, realizzare un sogno accarezzato da tempo: comprarsi una «signora moto».

dal Giornale di Brescia
esseci
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