«Don Chisciotte» di e con Andrea Giustacchini
Il Teatro Poetico Gavardo, venerdì 8 dicembre alle ore 20.45, presso il Teatro Salone Pio XI, metterà in scena il nuovo spettacolo “Don Chisciotte”, scritto e interpretato da Andrea Giustacchini.
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Il Teatro Poetico Gavardo, questo venerdì 8 dicembre alle ore 20.45, presso il Teatro Salone Pio XI, metterà in scena il nuovo spettacolo “Don Chisciotte”, scritto e interpretato da Andrea Giustacchini.

Ingresso libero

L’attore racconta l’affascinante storia del Cavaliere dalla Triste Figura e del suo scudiero Sancio Pancia e ripercorre le vie del capolavoro del Cervantes: partendo dalle visioni dei cavalieri erranti, narra il viaggio del Cavaliere Errante dall’investitura nella locanda alla vicenda dei mulini a vento, dall’amore per Dulcinea all’incontro con il Duca, sino al suo fatale destino.
In una storia incastonata da piccole storie, l’incanto della narrazione reinvesta suggestioni e magie proprie del libro, donando al pubblico la bellezza di uno dei personaggi più affascinanti della letteratura universale,

Nello spettacolo emerge quindi la visione del mondo da parte di un “figlio secco, ossuto e fantastico, con certe strane fissazioni che non verrebbero in mente a nessuno”, come scrive Cervantes nel prologo del suo inesauribile capolavoro: l’inizio del romanzo moderno, la nascita di un mito, l’origine di una biblioteca, il principio di un universo.

Già dalle sue origini (una trentina di anni fa) il Teatro Poetico Gavardo si “innamorò” di Don Chisciotte, della sua pazzia propria dei sognatori, dei santi, di coloro che vedono le cose con gli occhi dell’anima, e che trasfigurano e idealizzano la vita. Ricco solo della sua povertà, non si è crogiolato nella sua camera a coltivarsi la propria visione del mondo, ma illuminato da quella è uscito fuori,in strada, verso il suo cammino, “che non era poi altro che quello del suo cavallo”.

Lo spettacolo di Andrea Giustacchini intreccia una serie di nuclei tematici: la bellezza della parola nonostante la sua inutilità, l’ironia e il disgusto verso il potere, che allunga attorno all’eroe le sue spire avvolgenti che dapprima lo beffano e alla fine lo stritolano. Lo spettacolo è intrecciato da una serie di motivi e di prestiti spettacolari che vanno dalla filastrocca alla ballata popolare,dal rap al circo.

L’organizzazione è di Peppino Coscarelli, il contributo musicale di Mauro Abastanotti, la regia è di John Comini.