Primo corso «targato» Antea
di Ubaldo Vallini

Quaranta nuovi volontari, ben motivati e preparati nelle loro capacità d’intervento a sostegno della condizione degli anziani. E’ quanto la Valle Sabbia possiede grazie ad un primo corso di aggiornamento «targato» Antea.

Quaranta nuovi volontari, ben motivati e preparati nelle loro capacità d’intervento a sostegno della condizione degli anziani.
E’ quanto la Valle Sabbia possiede grazie al primo “Corso di formazione di base per il volontariato nei servizi per anziani” promosso dall’Antea (Associazione Nazionale Terza Età Attiva) di Brescia e dalla Fondazione I.R.Falck di Vobarno, con il patrocinio del Comune di Vobarno, della Comunità montana e dell’Asl di Brescia.

Dopo undici serate fra ottobre e novembre trascorse dai volontari provenienti da tutta la Valle Sabbia ad approfondire le tematiche del “pianeta anziani”, ed in particolare quelle legate alla permanenza dei nonni nelle strutture loro dedicate e con uno staff di preparati docenti, nei giorni scorsi c’è stata la cerimonia di consegna degli attestati alla presenza del sindaco vobarnese Carlo Panzera.

Ai corsisti rappresentanti del gentil sesso, 27 sul totale, è andato in omaggio anche un mazzo di fiori. “Per noi si è trattato di sperimentare un’idea che avevamo da tempo, cioè di perseguire in sostanza due obiettivi – ci ha detto in quell’occasione Mario Clerici, il sociologo che si è occupato del corso anche in veste di presidente dell’Antea provinciale -. Da una parte c’era la necessità di sollecitare e di riscoprire quella generosità che in molte persone è innata. Dall’altra fornire loro elementi e conoscenze capaci di potenziare queste risorse umane e migliorarne la capacità di intervento”.

“Ora speriamo che queste persone, ben preparate dal punto di vista teorico, possano diventare volontari attivi nelle rispettive realtà di appartenenza” ha aggiunto Adelmo Colombo, segretario e factotum del sodalizio, ma soprattutto volontario fra i più attivi a Vobarno.

Se son rose fioriranno ed il merito sarà anche di quei contribuenti che l’anno scorso hanno deciso di destinare il loro “cinque per mille” all’Antea di Brescia. Sono stati quelli i fondi utilizzati per pagare le spese del corso.
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