Gli agricoltori: «Trento non si intrometta»
Anche Cia, Upa e Coldiretti intervengono sul problema del lago d’ Idro. Le associazioni confidano nel fatto che, «grazie alla Prefettura, si sblocchi la situazione relativa alla regolamentazione delle acque del lago».

Le associazioni degli agricoltori Cia, Upa e Coldiretti intervengono sui Anche Cia, Upa e Coldiretti intervengono sul problema del lago d’ Idro. Le associazioni di agricoltori in una nota «confidano nel fatto che, grazie alla Prefettura, si sblocchi la situazione relativa alla regolamentazione delle acque del lago».
Aggiungono che «sulle proteste che riguardano l’impoverimento dell’Eridio nel periodo estivo, si è scritto in abbondanza, così come sulle lamentele e proteste di alcuni comuni lacustri. Ciò è legittimo, ma nel rispetto delle regole e dei problemi anche degli altri cittadini, a maggior ragione di una categoria economica, quale il settore primario».

Cia, Upa e Coldiretti osservano che il lago è considerato bacino artificiale dal 1917 e con regio decreto del 28 settembre 1934 è stata autorizzata la regolazione dello specchio lacustre con una escursione di 7 metri da quota 363 metri a quota 370 metri pari ad un volume di 75.477.000 metri cubi.
«Nel 1996 l’autorità di bacino - continua la nota - impose una sperimentazione per cinque annate irrigue e successivamente decise una riduzione definitiva di 3,25 metri di escursione, ritenendo sufficienti 35.411.000 metri cubi, pari alla metà dell’acqua che era disponibile per l’irrigazione negli anni precedenti».

Le tre associazioni proseguono con la cronistoria affermando che già nel primo anno si verificarono difficoltà nell’irrigazione, ricorrendo spesso al razionamento dell’acqua, con gravi problemi per 3.000 aziende che coprono 60.000 ettari in 30 comuni bresciani e 5 mantovani.

«Restiamo perciò sorpresi - scrivono - che una provincia autonoma, quale quella di Trento, non tenendo conto delle tremila aziende agricole bresciane e mantovane, possa deliberare unanimemente una mozione che riduce l’escursione dell’acqua ad un metro, impedendo in pratica qualsiasi tipo di irrigazione. Riteniamo questa intromissione scorretta, visto che i danni che ne deriveranno non saranno certo a carico della provincia di Trento. Di fronte a una questione di così vaste proporzioni, appare semplicistico l’approccio in base al quale con la riduzione dell’escursione dei livelli dell’acqua del lago trovino soluzione le questioni di ordine ecologico, ambientale, economico e di salvaguardia idraulica ad esse connesso».

Le associazioni agricole rilevano che in questo modo si cercano di risolvere problemi locali senza tenere conto delle comunità a valle del lago d’Idro, il sistema agricolo fortemente radicato, la produzione di energia pulita e la tutela dell’ambiente.

Esse individuano queste priorità: la necessità di assegnare la concessione di regolazione al Consorzio di bonifica del Chiese di secondo grado; la riduzione delle limitazioni imposte dal registro italiano dighe sulla quota di massima regolazione, in quanto numerosi studi scientifici hanno già comprovato la sicurezza della gestione anche con quote più elevate; l’immediato incarico a un soggetto competente per la progettazione e attuazione delle opere necessarie alla regolazione.

dal Giornale di Brescia
1130Lago01.jpg