Più critica la situazione da Ernammo Comincioli
Fra i paesi più colpiti dal sisma, vanno di diritto annoverati Villanuova sul Clisi e Roè Volciano, che hanno pagato a caro prezzo la difficile esperienza di due anni fa. Entrambi contarono danni molto seri, sia negli edifici di proprietà privata.

Fra i paesi più colpiti dal sisma, vanno di diritto annoverati Villanuova sul Clisi e Roè Volciano, che hanno pagato a caro prezzo la difficile esperienza di due anni fa.
Entrambi contarono danni molto seri, sia negli edifici di proprietà privata, sia in quelli pubblici o di culto, ed entrambi per superare il sisma hanno dovuto ricorrere, e ricorrono tutt’ora, a finanziamenti provenienti da altri enti amministrativi.

Per quanto riguarda Villanuova, il recupero del privato è in fase piuttosto avanzata: ci sono ancora alcune famiglie fuori casa, di cui poche con problemi legati alla fornitura dell’alloggio, ma grazie al contributo fondamentale delle sovvenzioni regionali stanno prendendo corpo tutte le ristrutturazioni.
La prospettiva è quindi positiva, mentre risulta più impegnativa la strada verso la sistemazione di edifici come il vecchio palazzo municipale e le scuole elementari e medie, o come il santuario di Madonna della Neve.

«Va ricordato - sottolinea il sindaco Ermanno Comincioli - che Villanuova è il paese che ha subito i maggiori danni alle strutture pubbliche, trovandosi proprio al centro di quello che i tecnici definiscono cratere sismico».
I problemi nascono perché le finanze comunali non riescono a far fronte alle spese di ricostruzione, o meglio, a quella parte di spese che non sono coperte dalla Regione Lombardia.

I progetti per il municipio prevedono una possibile ristrutturazione radicale, anche con un ampliamento volumetrico, oppure la vendita dell’area, ma nulla è stato ancora deciso definitivamente.

Anche il santuario di Madonna della Neve è in attesa di soldi dalla Regione, ma ha già ricevuto un importante appoggio volontario dalla Provincia di Milano.
Infine una nota positiva, che riguarda la chiesa di San Filastrio, nella frazione di Prandaglio, dove i lavori inizieranno entro la fine dell’anno.

La situazione a Roè sembra invece essere meglio definita, «e dopo due anni possiamo dire che è stato fatto un lavoro positivo- ha commentato il sindaco Massimo Ronchi -. Per quanto riguarda le ricostruzioni, tutte le 112 domande di finanziamento con priorità di primo grado sono state istruite, e in buona parte già saldate; anzi, 62 sono già state completamente liquidate.
Inoltre, dopo il sisma c’erano 129 sfollati, ora solo 63. Infine, tutti gli edifici pubblici hanno già subito gli interventi necessari, ed entro la fine del 2007 verrà completato anche il recupero della chiesa di San Pietro, che costerà circa un milione di euro, di cui 700.000 di provenienza regionale e 300.000 a carico dell’amministrazione comunale.

La ristrutturazione degli edifici pubblici è costata invece circa 230.000 euro, forniti per l’ottanta per cento dal Pirellone, a cui bisogna riconoscere il merito di averci aiutato con dei contributi adeguati.
L’unico problema è che le sovvenzioni scadranno il 30 novembre, e per tornare definitivamente alla normalità dovrebbero essere rinnovate ancora per almeno sei mesi».

In conclusione, va detto che fra i comuni danneggiati dal terremoto del 2004 figurava anche Gavardo, che non aveva subito però danni gravi come quelli dei paesi vicini.
L’unica situazione ancora critica riguarda una abitazione bifamiliare, in cui risiedevano due famiglie, per un totale di dieci persone, che attualmente godono del sussidio per l’autonoma sistemazione.

Luca Cortini
da Bresciaoggi
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