taglio del nastro alla casa domotica
di Ubaldo Vallini

Si tratta della prima casa “domotica” ad entrare in funzione in Lombardia, ma le esperienze di questo tipo si contano sulle dita di una mano anche nel resto d’Italia. “E’ una scommessa sul futuro, un progetto pilota destinato ad essere replicato.

Ascensore veramente comodo, comandi vocali e telecomando per aprire porte e tapparelle, piano cucina facile da utilizzare anche se sei bloccata su una sedia a rotelle, in un angolo c’è l’argano a motore elettrico che serve per gli spostamenti più complessi, in bagno o in camera da letto.
Si tratta della prima casa “domotica” ad entrare in funzione in Lombardia, ma di esperienze di questo tipo se ne contano sulle dita di una mano anche nel resto d’Italia.

“E’ una scommessa sul futuro, un progetto pilota destinato ad essere replicato in Provincia, in Lombardia e oltre, purchè riesca a dimostrare la sua validità permettendo ai disabili che vi si impegnano di sperimentare nuove forme di autonomia, compresa quella finanziaria” affermano i promotori.
Un progetto nato a Barghe perché l’intuizione di esplorare questa nuova strada è venuta ai responsabili della cooperativa sociale Cogess che qui ha la sua sede e perché all’appello hanno risposto per prime l’Asl di Brescia, la Comunità montana e l’amministrazione comunale del centro valsabbino.

Grazie ad “Abilitando” da alcuni giorni in questa palazzina di due piani e tre appartamenti vivono e stanno sperimentando nuove possibilità di autonomia tre ragazzi diversamente abili. L’idea è quella di inserirne altrettanti.

C’è Sabrina che viene da Toscolano ed è visibilmente emozionata mentre con un biglietto per le istruzioni in grembo, il telecomando in una mano e il joystick della carrozzina a batteria nell’altra, mostra agli ospiti di sapersi gestire anche senza l’uso delle gambe e anche se di forza nelle mani ne è rimasta poca.

Francesco di Odolo che abita di sotto di gambe ne ha una sola e non gli manca certo la voglia di mettersi in gioco: insegna informatica all’Itis di Vobarno e da un anno si è messo pure a giocare a tennis e a scendere in pista col monosci, insieme a Sport Hand Alta Valle Sabbia.

Paolo invece è di Vestone: quindici anni fa un incidente stradale l’ha lasciato invalido all’80%, le difficoltà di deambulazione non gli impediscono di lavorare come bidello nella stessa scuola di Francesco.

Tre ragazzi con tanta voglia di sperimentarsi in una nuova sfida sulla strada della vera autonomia. Per loro sarebbe assai più semplice continuare a vivere con i genitori, eppure hanno deciso di fare questo passo, perchè sono convinti che nonostante la sfiga che si è accanita su di loro la vita vale la pena di viverla da esseri consapevoli dei propri limiti, ma anche delle proprie potenzialità.
Ad aiutarli, in questo caso, è la tecnologia.

Orgogliosa per aver avuto la possibilità di sostenere la costruzione di questa casa del futuro “capace di ridare dignità e indipendenza a chi ha deciso di affrontare in libertà la propria disabilità” la vicepresidente della Regione Viviana Beccalossi non ha voluto mancare all’inaugurazione che è avvenuta ieri nel pomeriggio.

Con lei fra gli altri sono intervenuti i responsabili della Cogess Augusto Angoli e Giuliana Tonoli, il direttore generale dell’Asl Carmelo Scarcella ed il rappresentante del vescovo don Antonio Bodini, il consigliere provinciale Girelli, il presidente della Comunità montana Pasini ed il sindaco di Barghe Oriano Ceresa.

Nella casa domotica di Barghe sono stati investiti circa 917 mila euro (600 li ha messi la Regione con la Legge 388) prevedendo di “coprire” anche le spese per i primi sei mesi di funzionamento.
Scaduto questo tempo gli inquilini avranno imparato ad essere il più possibile autosufficienti e saranno anche pronti a pagare un canone d’affitto.
...un buon prezzo per la loro autonomia.
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