quando sei nato non puoi più tornare indietro
Giuliana Tonoli, psicologa e vicepresidente di Cogess, in occasione dell'inaugurazione della casa domotica di Barghe è intervenuta relazionando sul progetto Abilitando. Riportiamo volentieri le sue parole.

Qualcuno un giorno mi disse che quando nasci non puoi più tornare indietro.
Desidero iniziare il mio intervento con questa frase poiché il progetto “abilitando” simbolicamente nasce oggi e con il taglio del nastro recidiamo anche un simbolico cordone ombelicale del progetto.
Vorrei ripercorrere le tappe di questo concepimento fino ad oggi.
E’ un progetto che è stato realizzato in gruppo: l'ASL di Brescia dava questa possibilità, i cooperatori sociali e gli amministratori di questo territorio circa 3 anni e mezzo fa ne hanno ben compreso l’importanza. I primi mesi di gravidanza sono stati i più difficili: nel nostro consiglio di amministrazione vi erano a tratti timore e paura per l'impresa:
saremo capaci? È un progetto grosso... noi abbiamo sempre solo gestito CSE...

Poi c’è stato l'acquisto del terreno, e ci piace pensare che attraverso il contributo economico della cooperativa COGESS al comune di Barghe, anche la nostra impresa sociale abbia dato un segno per lo sviluppo del comune e della cittadinanza.
Sono inizati i lavori in estate e già nell’autunno del 2005 eravamo arrivati al tetto. Il gruppo di chi seguiva il progetto a questo punto è andaro ingrandendosi: i lavoratori dell'impresa Sforza, l'architetto Pesti, i primi contatti con i futuri inquilini.
Nel frattempo due referenti si sono avvicendati nel progetto, il dott. Maccioni ha accompagnato i futuri residenti verso la vita autonoma nelle fasi che precedevano la residenzialità, e oggi spetta alla dottoressa Lombardi il compito di coordinare operatori e volontari su indicazione dei residenti e di tenere i raccordi con gli enti .

Oggi, dopo 3 anni e mezzo, questo progetto nasce. Proviamo a guardarlo meglio: le premesse per la costruzione dei tre appartamenti derivano dall'European network on indipendent living, il movimento di liberazione delle persone con disabilità.
Secondo questo approccio l'autonomia altro non è che la libertà di scelta nel gestire la propria vita.
La casa e l'abitare sono strumenti per questa libera scelta.
Gli operatori e i volontari di appoggio al progetto sono i mezzi per esercitare questa libera scelta.

Oggi nelle case abitano tre persone. Due di loro erano già residenti in Vallesabbia, una arriva da fuori e qui in Valsabbia ha trovato casa e lavoro. Un cittadino ed un lavoratore in più, dunque.
Il totale del progetto, compreso acquisizione delle aree, costruzione, arredi, e gestione per i primi sei mesi, ammonta a 917.000 circa di cui circa 600.000 sono stati messi a disposizione dalla Regione grazie al finanziamento della legge 388, mentre la Comunità montana vi ha contribuito con 30.000 euro, i restanti 300.000 circa rappresentano l'investimento di COGESS.

Come si diceva prima “quando sei nato non puoi più tirarti indietro”.
Questa frase la rivolgo agli amministratori della Valle, con i quali Cogess si è incontrata in molti tavoli di trattative, perché sappiano che da oggi non si potrà dire che Cogess gestisce solo i due CDD, ma che è l'impresa sociale che pensa, concerta, progetta e realizza servizi e opportunità rivolte alla diversabilità in Vallesabbia. Perché ricordino, gli amministratori della valle, che attraverso questo progetto Cogess ha dimostrato coraggio imprenditoriale e determinazione.

Ma questa frase la rivolgo anche alle altre persone che con me siedono nel consiglio di amministrazione di co.ge.s.s: siamo nati, non possiamo più tornare indietro.

Giuliana Tonoli
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