riapre la scuola materna a Pompegnino
Pochi giorni ancora e aprirà i battenti l’edificio che a Pompegnino di Vobarno ospita Scuola Materna e Oratorio. Non uno stabile qualsiasi, ma l’edificio simbolo del disastro causato dal terremoto del novembre 2004.

Gli operai dell’impresa Bertoli hanno praticamente finito, il giardino è stato zappato da poco, sono al lavoro gli imbianchini e alcune donne si adoperano già per le pulizie di fino, mancano ancora i cancelli che sono però già pronti dal fabbro.

Pochi giorni ancora, insomma, e aprirà i battenti l’edificio che a Pompegnino di Vobarno ospita Scuola Materna e Oratorio.

Non uno stabile qualsiasi, ma l’edificio simbolo del disastro patito dalla frazione vobarnese in occasione del terremoto che ha colpito Garda e Valle Sabbia nella notte fra il 23 ed il 24 novembre del 2004.

Quello con la paurosa crepa ad X, sintomo di lesione strutturale particolarmente grave, che “ingabbiato” in una fitta sequenza di puntelli di legno ha accolto per mesi chi si avvicinava al centro storico da sud.

Si tratta della prima ed unica struttura religiosa, per ora, gravemente lesionata, che torna a disposizione della comunità.

L’inaugurazione del complesso, che si chiamerà “Centro parrocchiale don Angelo Questa”, è prevista per domenica 24 settembre quando fra gli altri raggiungeranno la frazione vobarnese anche il vescovo di Brescia monsignor Giulio Sanguineti e l’assessore regionale e Commissario straordinario per il terremoto Massimo Buscemi.

Il taglio del nastro avverrà a 22 mesi da quella scossa che sconvolse muri, cuori e menti.

“Ricordo ancora, nella confusione di persone accorse ad aiutare o a curiosare la frase forte di chi, guardando la struttura dell’oratorio e asilo mi disse: “Adess ghe toca a lù” – ricorda il parroco don Mario Benedini -. Quella frase mi lasciò un attimo sgomento, ma divenne anche motivo per tirarsi su le maniche, tutti insieme, per ridare un punto di riferimento alla frazione sconvolta”.
“Da quei primissimi giorni si è intrecciato il filo rosso della generosità spicciola e quello degli enti più strutturati che hano fatto loro il progetto di ristrutturazione – ha detto ancora don Mario -.
La Caritas, la Cassa Paritetica Edile, i Lions, il Rotary, alcune parrocchie, la Bcc di Bedizzole Turano e Valvestino, la Regione con i contributi stanziati, molti privati, aziende e associazioni”.

Al piano terra dell’edificio restano l’oratorio, l’ambulatorio medico ed un salone che veniva utilizzato per le feste, reso ancora più ampio verrà utilizzato come chiesa in attesa di una sistemazione per la Parrocchiale che è assolutamente inagibile.
Al primo piano le due sezioni di scuola materna ed il “preasilo”.
All’ultimo piano le aule del catechismo ed un miniappartamento.

“La cosa meno simpatica è stato vedere lievitare i costi, anche perché le richieste statali per un edificio stabile, antisismico, si sono fatte più stringenti – dice ancora don Benedini -. E poi il muro di sostegno, poi il cortile, tutte le spese impreviste”.
Alla fine ci sono voluti un milione e 350 mila euro.

In occasione dell’inaugurazione, verrà scoperta una targa che ricorderà quanti hanno contrubuito alla ricostruzione di questo edificio tanto importante per la comunità di Pompegnino.

Ubaldo Vallini
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