Regge il «piccolo» a Vobarno

Anche gli addetti ai lavori di Vobarno soffrono per la crisi e per la concorrenza della grande distribuzione; ma pur tra mille difficoltà, il commercio tradizionale, quello di piccole dimensioni rappresentato dalle botteghe e dai bar, finora è riuscito a resistere all’assedio degli ipermercati.

 

La constatazione deriva dall’ultima rilevazione del comparto, che ha contato 105 esercizi commerciali: in media uno ogni 75 abitanti. E per quanto riguarda le categorie l’offerta è ampia: si va dal bar alla merceria, dalla pizzeria al corniciaio, dal macellaio al negozio di articoli sportivi, dalla farmacia alla vetrina di abbigliamento e dal tabaccaio al fruttivendolo.

 

Fino a un recente passato le difficoltà del piccolo commercio erano derivate soprattutto dal proliferare dei centri commerciali; oggi è invece, o meglio anche la crisi generalizzata e globalizzata a peggiorare la situazione.
A Vobarno, però, a cura dell’assessorato al Commercio e alle attività produttive si sono applicati tutti i possibili accorgimenti per aiutare il settore: dal sostegno alle attività ancora aperte nelle frazioni montane (molto importanti per il ruolo sociale che svolgono nei piccoli borghi e soprattutto nei confronti degli anziani), per aiutarle a sopravvivere in questi momenti di vacche sempre più magre, all’acquisizione dei finanziamenti derivanti dal Pic (Piano integrato per il commercio); dai corsi gratuiti organizzati per i commercianti in genere e per gli alimentaristi in particolare alla «Carta d’argento», l’iniziativa che consente ai vobarnesi con più di 60 anni d’età di fare acquisti godendo di sconti particolari, e che indirettamente dà una mano anche ai commercianti.

 

Le vetrine ancora aperte a Vobarno sono dicevamo 105, e il trend è fermo da due anni: se nel 2007 ne sono state aperte 11 e chiuse 13, nel 2008 il dato si è ripetuto ma invertito, con 13 aperture e 11 chiusure.

E nonostante la crescita sia stata fermata non solo dalla liberalizzazione «selvaggia» del settore, ma anche dal terremoto del 24 novembre 2004 e dai cantieri aperti nel centro storico (che hanno molto limitato l’operatività degli esercizi), il comparto vobarnese ha saputo tener duro, aiutando con la propria esistenza anche a mantenere il tessuto sociale della comunità.

 

M.PAS.da Bresciaoggi

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