Un distretto per i casalinghi

Venti imprese artigiane che nel 2008 hanno fatturato 21,9 milioni di euro e hanno occupato 83 dipendenti sono il nucleo essenziale, ora riconosciuto dalla Regione Lombardia, della filiera del «Building Hardware», ossia di tutti gli oggetti in metallo utilizzati per la casa. Una filiera che nel complesso fattura 500 milioni di euro, occupa mille persone ed ha una gran parte delle sue aziende collocate nel Bresciano.

Prendendo spunto dal programma Driade, che nella sua parte Artemide si occupa di aziende artigiane, con l’input iniziale della Provincia e seguite nell’iter dal Csmt, le 20 aziende bresciane, guidate dalla capofila Valenti di Agnosine, hanno dato avvio ad un programma aggregativo di filiera che è stato approvato dalla Regione e che ieri, nella sede dell’Assessorato alle attività Produttive della Provincia, guidato dall’assessore Giorgio Bontempi, è stato presentato ufficialmente all’inizio di un percorso che, nel tempo, come ha spiegato Giambattista Valenti, porterà alla predisposizione di progetti in tre ambiti di intervento: i prodotti e le norme; i materiali ed i processi; il design e i prodotti confezionati ad hoc, ovvero su misura del cliente.
La filiera in fase di aggregazione, in buona sostanza, punta sull’innovazione costante e su indici di qualità certificati, per collocarsi nelle nicchie alte del mercato, dove la concorrenza difficilmente può essere pericolosa.

Per ora dalla Regione, come hanno sottolineato Giambattista Valenti e l’ingegner Romano Miglietti del Csmt (accompagnato per l’occasione dall’ingegner Francesco Braga) è arrivata la legittimazione. I quattrini arriveranno solamente in ragione di progetti successivi e concreti. Il messaggio di Valenti e del Csmt è, pertanto, quello che sottolinea la volontà delle aziende di fare sul serio, dal momento che per ora stanno mettendo in campo energie proprie. Concetto, questo, ripreso dall’assessore Giorgio Bontempi, affiancato dal direttore Dario Pironi.

«Le aziende - ha detto Bontempi - dimostrano di credere in quello che fanno e stanno lavorando per un progetto di filiera che vada dalla grande azienda all’azienda artigiana. Da parte delle istituzioni c’è interesse e accompagnamento, ma i contributi devono essere centellinati e mirati».
La Provincia, del resto, la sua parte l’ha fatta e la sta facendo. Le aziende non sono partite dal nulla, in quanto siedono già al tavolo che formula le norme Uni, hanno un back ground di design che deriva da un rapporto consolidato con il Politecnico e, tramite il Csmt, possono avvalersi dell’esperienza dell’Università di Brescia.

Ora, dopo l’approvazione della filiera da parte della Regione, il comitato costituito e guidato da Giambattista Valenti, punta ad aggregare altre aziende, non solo bresciane, per strutturare ulteriormente un mondo vasto e articolato che a Brescia, va ricordato, ha grande storia. Il «Building Hardware», infatti, è figlio diretto di quello che sino ad ora abbiamo chiamato il casalingo, che nella Val Gobbia ha il suo centro nazionale di produzione e, contemporaneamente, del settore manigliero, concentrato in gran parte nella Val Sabbia, che ha già un'esperienza associativa in atto da qualche anno grazie all’operato di Lumetel.

Per dirla con l’assessore Giorgio Bontempi, si tratta ora di essere «veloci ed immediatamente operativi» per passare dalla legittimazione regionale ad una serie di progetti che diano sempre più una direzione nuova a settori che hanno contato molto per l’economia provinciale, e non solo, e che negli ultimi anni hanno sofferto notevolmente per la concorrenza di paesi terzi, non sempre condotta con lo stile del fair play. I bresciani hanno deciso di metterci testa e volontà, ma, come dice Giambattista Valenti, i rating non tengono conto della parte immateriale, ossia della progettualità. Sarebbe ora che anche questo parametro entrasse nei conti delle banche.

Delle 20 aziende, 14 sono valsabbine di cui 8 di Agnosine: la Valenti, la Ferremi Ugo (Bai), la Pace e Berardi, la Forme, la Siliqua Pietro, la Galvano Line, la Bernardelli e la Tononi e Brunori. Tre di Bione: la Martinelli Renato, la B&B e le Fonderie Fratelli Amolini; poi ci sono la Eurofiori di Mura, la Valsuoni di Sabbio Chiese e Bacchetti Gabriele di Idro. Ad esse si aggiungono la Tocchini di Nave, La Citadella di Gianico, la Giulipas di Lumezzane, la Fanti Giovanni di Bienno, La Curro Roberto di Brescia e la Priuli di Darfo.

Silvano Danesi dal Giornale di Brescia

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