Iro, si tratta per un cambio di proprietà

L’operazione non è chiusa, nel senso che le azioni non sono ancora state girate, ma la trattativa è confermata. Il 70% della Iro di Odolo, acciaieria di tondo per cemento armato da 500mila tonnellate fondata da Derio Leali e condotta dal figlio Carlo, potrebbe passare al gruppo di Antonio Vienna, leader europeo nella forgiatura cui fanno capo una dozzina di imprese siderurgiche.

Il condizionale è d’obbligo poichè Carlo Leali, presidente della Iro (Dario Bacchetti è consigliere delegato) sembra comunque intenzionato ad esercitare il diritto di prelazione con una offerta alternativa e migliorativa alla quale sta lavorando con i propri consulenti.

Nel caso andasse a buon fine la trattativa con Vienna, Carlo Leali conserverà insieme a un altro socio, Nicola Pasini (Bredina) il 30% del capitale. L’iniziativa di cedere a Vienna la maggioranza delle azioni ha visto promotori azionisti appartenenti agli altri tre gruppi familiari che condividono, al 25% ciascuno, la proprietà dell’azienda.

Tra questi Marco Pasini, consigliere della Iro con delega al personale, figlio di Alessio e azionista della società insieme ai fratelli Giuseppe e Piero. Nessuna indiscrezione sul prezzo, che comunque sarà congruo trattandosi di una azienda efficiente grazie alle ristrutturazioni e agli investimenti tecnologici realizzati da Carlo Leali negli ultimi anni.

È noto come Vienna fosse da tempo alla ricerca di una acciaieria in Terra bresciana. Il futuro dell’azienda odolese sarà assicurato in entrambi i casi. Sia in quello dell’ingresso in una grande realtà come il gruppo Vienna (a tale scopo sarebbe allo studio un piano industriale che garantirà la continuità produttiva sia pure con le modifiche necessarie per renderla compatibile e integrabile con il core business di Vienna) sia, a maggior ragione, se Carlo Leali riuscirà nell’intento di effettuare un’offerta vincente, più vantaggiosa e appetibile del concorrente. Ipotesi, quest’ultima, non improbabile: a tale proposito viene confermato un progetto ambizioso ma nel contempo realistico che potrebbe ribaltare gli esiti della trattativa in corso con Vienna, assicurando la continuità aziendale senza snaturare l’assetto produttivo e occupazionale.

La Iro ha chiuso un 2006 con buone performances, analogamente a tutto il settore siderurgico che ha visto un eccellente incremento dei risultati dell’esercizio precedente. Il 2006 infatti, come confermano gli imprenditori bresciani, supererà le già ottime prestazioni del 2005, esercizio chiuso dalla Iro con 152 milioni di ricavi e un utile netto di 5,4 milioni di euro dopo ammortamenti, oneri e tasse.

Alessandro Cheula
Da Giornale di Brescia

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