È la chiesa più giovane di Vobarno, inaugurata il 3 luglio 1949, edificata con l'aiuto di tutto il paese
Quest’oggi a Carpeneda di Vobarno si celebra una ricorrenza speciale: il compleanno della più giovane chiesa della Valsabbia, inaugurata 60 anni fa il 3 luglio del 1949. Parliamo della parrocchiale della frazione intitolata (altra particolarità ) a Santa Margherita di Scozia, la patrona «d’importazione» della borgata la cui ricorrenza sarà festeggiata tra un paio di settimane.
Ma torniamo alle vicende del tempio. «Già negli anni Trenta - ricorda il bollettino parrocchiale nell’edizione del compleanno - nacque nella gente di Carpeneda il desiderio di avere un luogo in cui raccogliersi e fare comunità : la chiesa non c’era, e per la messa bisognava scendere a Vobarno, cosa non facile d’inverno».
Il 14 dicembre del 1940, il ministero fascista dell’educazione nazionale autorizzò all’uso di un’aula della scuola elementare di Carpeneda per celebrare le funzioni religiose. Ma dopo l’8 dicembre del ’43 tutto cambiò, a causa del pericolo rappresentato dai bombardamenti della centrale Enel; e per celebrare messa, fino alla fine della guerra ci si spostò in via Prada, sotto il portico detto «Finil long».
Poi, grazie alla donazione di un terreno da parte della «Margì del Finil long», l’edificio religioso avrebbe dovuto nascere proprio in via Prada, alla «Corna dèla Cesa», su un terreno già benedetto. Ma sempre il conflitto bloccò l’operazione. Con l’arrivo della pace l’operazione ripartì, ma su un luogo diverso: «Battista Crescimbeni, il proprietario, accettò una permuta con la parrocchia - spiegano a Carpeneda -, e il 6 giugno del ’48 furono tracciate le fondamenta e posata la prima pietra del tempio, con a fianco il campanile con i muri esterni costituiti da blocchi di granito».
Tutti contribuirono alla realizzazione dell’edificio: «Ogni famiglia fornì il proprio sostegno sulla base delle possibilità , "acquistando" un certo numero di metri cubi dei muri al prezzo unitario, allora, di duemila lire. Chi non aveva soldi vendeva qualcosa di suo per la causa; chi ne aveva pochi si univa ad altri per raggiungere quota 2000».
E così in un anno il cantiere venne completato, e il 3 luglio del ’49 ci fu la solenne inaugurazione alla presenza del vescovo. Il sogno religioso della gente di Carpeneda si era realizzato.
M.PAS. da Bresciaoggi
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