Tutto quello che «Gh’ira ’na olta...» a Nozza

Un tuffo nel passato per recuperare la memoria collettiva, per rivedere volti dimenticati e per rivivere emozioni legate alle tappe fondamentali della propria comunità attraverso centinaia di fotografie in bianco e nero e svariati oggetti d’epoca. Tutto questo è stato «Gh’ira ’na olta…», la manifestazione allestita domenica scorsa da un gruppo di volontari dell’Oratorio di Nozza.

Per far conoscere i riscoprire la Rocca, l’antico maniero che domina il borgo valsabbino, gli organizzatori hanno allestito quattro percorsi tematici che spaziavano dalle stagioni della vita agli antichi mestieri, dalle vicende belliche al volto storico di Nozza.

Per illustrare queste sezioni sono state raccolte 350 immagini, recuperati oggetti legati ai lavori agricoli, alla caccia, alla pesca e all’arte del ricamo, nonché cimeli della Prima e della Seconda guerra mondiale. Un allestimento certamente impegnativo, ma che ha permesso al visitatore di immergersi nel novecento nozzese caratterizzato dall’importante mercato mensile, da personaggi simpatici e stravaganti e dal lavoro quotidiano di uomini e donne.

La rassegna stata arricchita da uno spazio dedicato tanto all’allevamento dei bachi quanto all’arte serica, realizzato dall’Associazione veronese «Sipario medioevale» che ha messo in mostra, oltre ai preziosi e ormai rari bachi da seta, una serie di oggetti e strumenti di lavoro che ha accompagnato i visitatori nella scoperta di quest’arte, un tempo molto redditizi . Nelle intenzioni degli organizzatori, la sezione dedicata alla bachicoltura voleva richiamare il lavoro che veniva svolto nelle filande nozzesi, dove i bozzoli venivano ammorbiditi mediante il vapore e ridotti ad una massa informe di seta che successivamente, attraverso la lavorazione chiamata incannatura, era dipanata e i fili avvolti in un rocchetto.

A chiusura della manifestazione, don Dino Martinelli ha celebrato nella chiesetta della Rocca una messa in latino.

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