Zambelli e una serata di ricordi

Se lo chiamate «ragazzo di campagna» lui ne è felice, orgoglioso. È nel suo paese, in mezzo alla sua gente che Marco Zambelli si sente a proprio agio. Per la verità lui è se stesso anche quando sta nel mondo del calcio, un posto dove i suoi valori non sempre vengono condivisi o possono emergere con naturalezza. Lui non li impone, ma cerca di farli passare.

Martedì sera l’esterno destro del Brescia ha partecipato a Gavardo a una serata pubblica. Il dibattito è stato stimolato anche da don Marco Mori responsabile del segretariato Oratori di Brescia. Zambelli ha raccontato ancora una volta la sua storia fatta di sogni di bambino, sofferenze sotto i ferri e tanta forza di volontà. Stuzzicato sull’attualità, pur senza dire più di tanto ricordandosi e specificando di essere in silenzio stampa come la squadra, ha risposto a un paio di domande fuori dal coro su quanto accaduto di recente in casa Brescia.

«Ho cominciato con i pulcini del Gavardo. Facevo il portiere. Fu il mio amico Nicola (Silvestri, ex Primavera del Brescia ora al Lumezzane ndr) a trascinarmi al campo. Il calcio mi è sempre piaciuto, ma da piccolo non pensavo di diventare un professionista. Poi sono cominciati gli allenamenti, l’avanti e indietro da Gavardo a Brescia. A 14 anni ho fatto una scelta: il calcio. Mi sono detto che avrei dovuto dare sempre tutto per non rimpiangere di aver lasciato la scuola».

Si è parlato di sacrifici («Dopo ogni operazione alle ginocchia, e ne ho fatte quattro, temevo di dover smettere, ma alla fine passione e determinazione sono stati superiori a tutto il resto»), e di valori. «Sono molto critico con i giovani d’oggi, in giro vedo poco rispetto e altrettanta poca voglia di sacrificarsi per arrivare ad un obiettivo». Marco è uno che tiene alla moralità e al senso di appartenenza. Così quando dalla platea gli è stato chiesto se è vero che i giocatori hanno «fatto fuori» Sonetti, Zambelli non ha potuto far finta di niente. «No, non è assolutamente così. So che circola questa voce, ma chi dice questo significa che non conosce il nostro spogliatoio».

C’è anche chi ha chiesto a Zambelli perché la stampa si «ostini» a scrivere che lui rimarrà a vita con la V bianca fino a che il Brescia non tornerà in A. «È davvero quello che voglio. Non m’interessano le grandi, io amo questa squadra».

Cristiano Tognoli dal Giornale di Brescia

In foto Marco Zambelli alle premiazioni di un torneo scolastico a Roè Volciano

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