Finalmente fuori dal Chiese

Ce l’ha fatta: ieri mattina il lago d’Idro è uscito dal suo scolmo naturale superando le vecchie ed arrugginite paratoie. Si è infilato nel primo ed incolto tratto del Chiese.
Ha faticato un po’ a superare quel gradino che per un paio d’ore, dopo trecento metri, gli ha impedito di salire sui comodi pietroni rossastri della massicciata di recente posa, quella che alcuni ironicamente hanno definito “la nuova pista ciclabile” per la sua manifesta inutilità.
Poi è rotolato a fianco dell’uscita della Galleria degli agricoltori lasciandosi sulla sinistra la “paleofrana” ed ha preso per Lavenone, ritrovandosi subito a suo agio fra le pietre viscide del suo antico letto.

Ce l’ha fatta e non accadeva da quasi vent’anni.
Era il 1987, infatti, quando scadeva la concessione settantennale alla Sli, e con quella il permesso di svasare il lago per sette metri di dislivello a scopi irrigui. Quell’anno è iniziata la lunga fase di transizione che ancora non si è conclusa e di acqua ne è passata tanta sotto i ponti del Chiese, ma nemmeno una goccia in quel tratto di fiume.
Per un po’, infatti, ha funzionato il “by-pass” dello svaso di fondo poi, con il mancato collaudo, per dieci anni almeno l’uscita è diventata il canale dell’Enel, l’altro buco a ferire il lavoro ben fatto dall’antico ghiacciaio.

Tutto il lago finiva così col precipitare a capofitto fino a Carpeneda di Vobarno ad alimentare turbine. Una condizione deleteria per il delicato equilibrio dell’Eridio, le cui acque hanno cominciato a peggiorare per qualità oltre che per quantità. Peggio di quando il dislivello era di sette metri, peggio di sempre. E mentre il lago moriva asfissiato dalla proliferazione delle alghe fino alla non balneabilità delle sue spiagge, il Chiese era obbligato a rinascere a Lavenone: prima le acque dell’Abbioccolo, poi quelle del Degnone e del Gorgone, il Nozza e la Vrenda...
Alzare i livelli? “Impossibile e per ragioni di sicurezza - tuonava il Rid -. C’è lo svaso di fondo non idoneo e la paleofrana che incombe. Troppo rischioso alzare oltre quota 367”.

Le battaglie sono state mille e a permettere un capitolo nuovo all’intera vicenda è arrivata la decisione storica dell’Enel di chiudere temporaneamente il canale di approvvigionamento della Centrale, causa un’approfondita manutenzione.
Che ti fa il Commissario Fanfani? Apre lo svaso di fondo che improvvisamente ridiventa idoneo. Si puntano i rivieraschi che si sentono presi in giro, denunciano, presidiano, manifestano. Interviene il prefetto che limita la portata a 7 metri cubi, promettendo il lago alto entro la fine di maggio. Il Buscemi regionale impone i 3,3 accelerando il riempimento ed eccoci ai 367,45 di ieri, sufficienti a garantire la storica uscita. Gianluca Bordiga, portavoce delle Pro loco e dei manifestanti, esulta: “Questo giorno non me lo dimenticherò mai”. Bella forza, è anche il suo compleanno.

La grande festa è però rimandata, a quando lo decideranno oggi pomeriggio insieme al destino del presidio “11 gennaio” che avrebbe a questo punto esaurito il suo scopo. Si parla di domenica 11 febbraio, quando sul lago saliranno anche gli onorevoli Camillo Piazza e Marco Lion, rispettivamente segretario alla Camera della Commissione Ambiente e presidente di quella per l’Agricoltura.

Ringraziamo Mauro Fanoni per averci inviato la fotografia del lago che esce finalmente dal Chiese, uno scatto storico.

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