04 Febbraio 2007, 00.00
Vobarno
Polo Scolastico

Vobarno, si parla di una nuova proposta

A Vobarno si sta parlando di una nuova proposta urbanistica: il gruppo consiliare di minoranza, «Vobarno futura», rivolgendosi al sindaco Carlo Panzera, propone la nascita di una «cittadella scolastica».

In questi giorni, a Vobarno si sta parlando di una particolare proposta urbanistica. Che però non arriva dalla giunta comunale. È infatti il gruppo consiliare di minoranza «Vobarno futura» che, rivolgendosi al sindaco Carlo Panzera, propone la nascita di una «cittadella scolastica».

«Da tempo a Vobarno - spiega il capogruppo Paolo Pavoni - si parla di polo scolastico; ovvero di un’area nella quale raccogliere tutte le scuole della cittadina». Un’operazione che, tolta dal libro dei sogni e ipotizzata nella zona di via Sottostrada, che oggi già ospita l’Itis, potrebbe costare, se realizzata circa 12 milioni di euro.

«Anche noi siamo per la cittadella scolastica - continua Pavoni - ma stiamo sviluppando una proposta alternativa e più funzionale, con un costo inferiore di almeno il 30%, ovvero nell’ordine dei 4 milioni di euro in meno».

Vobarno Futura parte dalla considerazione che in paese l’«isola scolastica» c’è già: «L’area di via Poli, al centro del capoluogo, con edifici in buona parte già di proprietà comunale, ospita la media inferiore di fine anni ’60, quella elementare di inizio Novecento, la sede della materna privata e l’edificio ex Itis. In sintesi, noi proponiamo di chiudere via Poli al traffico urbano, creando così una sorta di campus priva di pericoli».

Un’operazione complessa, ma che gli esponenti di minoranza stanno già elaborando: «Questo settore ospita oggi - aggiunge il consigliere Egidio Lancini - due abitazioni private, una delle quali fatiscente e l’altra con un appezzamento di terreno a disposizione, che consente di accedere ad altre due abitazioni».

Le operazioni possibili? «Prima di tutto l’acquisizione delle due case e del terreno privato, poi la permuta tra la materna pubblica (oggi a fianco della casa di riposo) e quella privata, che si scambierebbero di posto. Quindi la realizzazione di un accesso dal macello comunale (anche per questo passaggio è già stata verificata la fattibilità) per le altre due abitazioni private. A quel punto sarebbe possibile sia chiudere l’isola, creando una nuova viabilità interna, sia avviare le operazioni di ristrutturazione dei vari edifici scolastici».

I lavori da compiere? «La vecchia elementare deve essere ristrutturata e dotata di una nuova palestra e di un’area verde. La media inferiore ha bisogno di un rifacimento del tetto. L’ex Itis, ristrutturato, può ospitare uffici. Il tutto con un intervento per gradi, che metterebbe tutto a norma nell’ambito di un progetto globale che, probabilmente, consentirebbe anche di reperire fondi sovraccomunali».

Nascerebbe così un polo scolastico alternativo al centro del paese, quasi senza impatto ambientale (la vicina seriola, che alimenta la centrale idroelettrica di Pompegnino, verrebbe messa in sicurezza), e vicino ai servizi (dal Comune alla posta, passando per la farmacia). Se invece tutte le scuole si spostassero vicino all’Itis - conclude il gruppo di minoranza - si troverebbero in una zona notevolmente decentrata».

Massimo Pasinetti
Da Bresciaoggi


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