Innovazioni di progetto

Prova ad entrare in un bar qualsiasi di quelli che fiancheggiano la Provinciale IV e chiedi dei lavori per la realizzazione della strada nuova, quella che in un colpo solo permetterà di oltrepassare Vobarno ed infilarsi dritti nelle tre gallerie che già adesso ti portano oltre Barghe.
La prima risposta è il tipico strabuzzamento degli occhi che avverti di fronte ad un evento mirabolante. Poi lo sguardo dell’interlocutore si fa serio, e la seconda opinione è una domanda: “Ma come diavolo faranno ad infilare la galleria piccola senza passare sulla strada vecchia? Non è che lì si blocca tutto un’altra volta?”

Reazioni che si spiegano così: l’incredulità deriva dall’evidenza di lavori stradali che procedono eccezionalmente a ritmo serrato; il dubbio arriva quando un’opera è attesa da decenni e non ne è mai trascorso uno senza che si verificassero intoppi. Invece questa volta ci siamo per davvero.
Lo confermano amministratori e politici e lo concordano anche i tecnici, quelli che ormai hanno calcolato tutto a puntino per arrivare alla fine del lavoro a Natale, forse anche prima.

E che lavoro: chi pensa ad un progetto ormai vecchio di vent’anni e di una strada che alla fine nascerà già vecchia uguale, non ha fatto i conti con le numerose migliorie apportate a quei primigeni piani dalla cordata di imprese che l’anno scorso ha vinto l’ultimo appalto, buono per spendere fra Vobarno e Sabbio più di 30 milioni di euro.
Dallo svincolo di Pompegnino fino a quello di Sabbio Chiese si termineranno sei chilometri e mezzo abbondanti di strada, più della metà dei quali in galleria: c’è la “Carpeneda” lunga 1.948,50 metri, la “Prada” di 434 e rotti, la “Pavone” di 1.151,88.

Quella che desta preoccupazioni nell’avventore del bar è la “piccola” Prada. “Niente paura – assicurano i tecnici -. Il progetto prevede di spostare la vecchia sede della Provinciale Quarta verso il fiume, quel tanto che basta per permettere alla “variante” di infilare il tunnel col giusto raggio di curvatura”.
E i ritocchi “di sostanza” al progetto quali sono? “Abbiamo vinto l’appalto proprio in virù di quelle migliorie” ci dice l’ing. Ennio Ferri, che per conto dell’impresa Bregoli è il coordinatore tecnico dell’intero cantiere.
Poi, cosa rara quando a tirare i fili di tutto è l’Anas, ci rifornisce di tavole tecniche e di dettagli.

Colpiti da tanta trasparenza, scopriamo che rispetto al “progetto posto a base d’asta” le soluzioni tecniche migliorative sono state parecchie e tutte degne di nota. Ci limitiamo a segnalare il calcestruzzo utilizzato che risponde a requisiti di tenuta più severi di quanto era previsto, i miglioramenti nella segnaletica verticale e orizzontale, le barriere di sicurezza che rterranno lontani dalla sede stradale anche gli animali selbvatici... novità sono state inserite soprattutto nelle gallerie, con la realizzazione di impianti di videosorveglianza, con la posa di un sistema di drenaggio dei liquidi infiammabili, il miglioramento della segnaletica d’emergenza, cavi temosensibili, più stazioni di emergenza e particolari verniciature per ottimizzare la visibilità.

Particolarmente interessante, nei tunnel, è il sistema di controllo video di tutto ciò che accade, con l’installazione di 31 telecamere che garantiscono copertura totale.
Occhi elettronici che saranno collegati a centraline di videomonitoraggio capaci di far partire un impulso se all’interno del tunnel dovessero avverarsi situazioni di pericolo, come nel caso di un veicolo fermo o contromano, code, fumo o incendio.

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