Valsabbina lancia il micromutuo

Micromutui per mini-imprese. È la proposta che da lunedì i clienti (e non) della Banca Valsabbina possono trovare agli sportelli della banca. La nuova proposta è stata definita dal Cda presieduto da Pietro Caggioli e prevede un plafond da 25 milioni frazionati in piccoli finanziamenti (da 20 a 70mila euro) per le cosiddette micro-imprese, ovvero quelle che, stando alla classificazione europea, hanno meno di 2 milioni di fatturato.
Il finanziamento avrà una durata di 60 mesi (con 12 mesi di pre-ammortamento) a tasso variabile e fra le condizioni per accedere al micro-mutuo le aziende dovranno dimostrare di aver chiuso gli ultimi due bilanci in utile o pareggio.

È una sorta di precondizione che viene posta da una legge sin qui poco utilizzata e che la Valsabbina ha invece «testato» negli ultimi due anni avendo però come target le aziende medie. La legge 662 del ’96, infatti, consente l’estensione della garanzia pubblica fino al 60% del finanziamento con ipoteca escutibile a prima richiesta. Ciò significa, in altre parole, che per la banca questo tipo di finanziamento è particolarmente agevole perché di fatto non va ad intaccare gli indici di patrimonializzazione. Lo spettro di utilizzo del finanziamento è ampio: scorte, investimenti, liquidità.

Il nuovo fondo, si aggiunge ai 50 annunciati nelle settimane scorse e anche questi destinati, con altre modalità, a sostenere le piccole e medie imprese. Di quel fondo ad oggi ne è stato utilizzato un 20%. Come detto, la banca guidata da Spartaco Gafforini ha rodato la bontà della legge 662/96 negli ultimi due anni.
Nel solo 2008, ad esempio, lo ha utilizzato con circa 200 piccole e medie imprese per un importo complessivo di un centinaio di milioni. Adesso, accanto alle medie imprese, si è studiato un intervento di sostegno specifico per i più piccoli.

Obiettivo complessivo, è quello di sostenere in questa delicata fase, il sistema delle imprese (industriali, artigiani, del commercio e dei servizi). Una politica - fanno osservare da Vestone, sede della banca - che rientra nella missione principale della Valsabbina che vuole connotarsi come banca di territorio e delle imprese.
I conti esaminati dal Cda e relativi ai primi tre mesi del 2009, confermano il riscontro alla politica della banca con una raccolta diretta in crescita dell’8,5% e con gli impieghi in aumento ancor più deciso con un chiaro +10%.

Quanto ai conti del 2008, i soci li approveranno nell’assemblea già convocata per il 23 maggio a Gavardo, al Palatenda.
L’esercizio si è chiuso con un utile netto di 18 milioni (-10,9%) con la proposta di un dividendo di 0,50 euro, invariato rispetto all’anno prima. In crescita la raccolta diretta e gli impieghi, così come il patrimonio netto che supera i 300 milioni (302); nessuna traccia nel bilancio di cosiddetti "titoli tossici". In aumento la base sociale che da 24.270 soci di fine 2007 si porta a 25.843.
L’assemblea del 23 maggio è chiamta altresì anche a nominare quattro consiglieri in scadenza e l’intero collegio sindacale.

Fonte: Giornale di Brescia

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