Ingabbiata anche Santa Maria Assunta

Per un tragico terremoto che echeggia di lontano, ma nemmeno tanto, ce n’è uno nostrano che ancora si sta leccando le ferite. Fra queste ci sono anche le lesioni alle due parrocchiali bionesi della Pieve e di San Faustino.
Quasi 760 mila euro la prima, 160 la seconda, dicono i progetti vagliati in sede regionale.

Don Aurelio lo incontriamo fuori dall’uscio della canonica che lo ospita da alcuni anni, mentre guarda in su e vede Santa Maria Assunta avvolta dai ponteggi che da alcune settimane hanno fatto migrare il mercato settimanale e che per diversi mesi dovranno proteggere il lavoro dell’impresa di Walter Cornalini: “L’idea è quella di finire i lavori per ottobre. Oppure se va male almeno per Natale. Per fortuna abbiamo trovato il modo di tenere la chiesa aperta nonostante il cantiere”.

Sorride come al solito il parroco bionese, lo sguardo è però preoccupato: “Ci sono da trovare 300 mila euro e non sappiamo ancora bene come fare. Senza calcolare che poi arrivano puntuali gli imprevisti – ci dice -. Un conto sono i progetti e le previsioni di spesa, altra cosa quello che alla fine devi tirar fuori”.
Che ci sia la divina Provvidenza a ripianare le differenze fra ciò che si ha in tasca e quel che servirà, don Aurelio non ha dubbi.

“Sono però dell’idea che bisogna darle una mano – aggiunge -. Se tutte le famiglie del paese riuscissero a rinunciare al valore di un paio di caffè la settimana ce ne sarebbe abbastanza per accendere un mutuo. Questo sì che sarebbe un bel sostegno alla bontà divina. La nostra chiesa lo merita e lo merita anche la fede dei bionesi”.

Sulle pietre recuperate fra il Cinquecento ed il Seicento nelle cave della “Val da Spì” lo sconquasso del terremoto del 2004 ha provocato lesioni strutturali, per fortuna non gravi, che sono andate ad aggiungersi ad una situazione già compromessa: “Dobbiamo rinforzare la sagrestia, intervenire a livello delle chiavi per evitare che la chiesa si apra come un libro – ci spiega don Aurelio -. Ci sono i marmi della facciata e le guglie in pietra da ripristinare, il tetto da rifare, il campanile da sistemare...”.

Il cruccio di don Aurelio è anche quell’altro cantiere, quello che da più tempo avvolge la parrocchiale di San Faustino: “Lì gli imprevisti sono già arrivati, con la sistemazione delle campane e della caldaia, a far lievitare i preventivi”. Il bollettino parrocchiale è arrivato in questi gironi in tutte le case, completo di busta per le offerte “dedicata” proprio alla sistemazione delle chiese.
“La Pasqua è un segno di grande speranza” ci dice don Aurelio, col suo solito timidissimo sorriso.

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