Istruzione valligiana sempre più gettonata

Definitivamente «sdoganata» con la scomparsa di ogni eventuale pregiudizio sulle scuole di frontiera, l’istruzione superiore valsabbina continua a registrare risultati lusinghieri. Lo scorso anno, infatti, le prime delle due sedi di Idro e Vobarno dell’Istituto di istruzione superiore «Perlasca» avevano registrato un boom delle iscrizioni, passate dalle 145 del 2007-2008 a 204, con una crescita di oltre il 40%.

E quest’anno? Le iscrizioni al prossimo anno scolastico hanno riservato un’altra gradita sorpresa: 220 nuovi studenti, con un ulteriore salto in avanti dell’8%. In sintesi, in due anni gli esordienti delle prime sono passati da 145 a 220, con una crescita del 51,7%. Ma ecco nel dettaglio l’analisi delle «preferenze» accordate a tutti gli indirizzi di Idro e di Vobarno.

«A Idro - spiega il dirigente scolastico Alfredo Bonomi - l’Itc progetto Igea passa da 23 a 28 iscrizioni, il Liceo scientifico da 20 a 30, l’Ipssar alberghiero cala da 28 a 23 e il corso per Operatore dei servizi sociali sale da 16 a 30, con 24 studenti in più in due anni». A Vobarno, invece, i due corsi di Informatica e Meccanica sono passati da 58 a 83 iscritti. Ci sono dunque 25 studenti in più, mentre l’indirizzo di Grafico pubblicitario, nato solamente lo scorso anno, ha perso consensi passando da 34 a 26 frequentatori.

Le ragioni di questa crescita che ha portato nella scuola della Valsabbia 75 «primini» in più in sole due stagioni? «L’Istituto di valle dà una risposta alle richieste formative che arrivano dalla stessa valle e dalle aree confinanti - sostiene Bonomi -, dimostrando di saper rispondere alla vocazione territoriale per la quale, oltre 20 anni fa, era stata creata. La progettualità dell’Istituto Perlasca è poi oggi più vasta e impegnata, e risponde all’idea fondamentale di "disegnare" l’istruzione sia tenendo presenti le necessità di dotare gli studenti delle maggiori competenze possibili, sia puntando su un’ottica formativa che venga incontro alle vocazioni individuali degli stessi ragazzi».

Massimo Pasinetti da Bresciaoggi

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