La popolazione torna a salire

Vobarno, una popolazione che continua a crescere, ma l’aumento è tutto straniero. Se nel periodo d’oro della Falck, ha raggiunto gli 8.600 abitanti, nel 1990, anche a causa della crisi della stessa Falck, i vobarnesi sono scesi a quota 7.471, arrivati nel ’94 a quota 7.368 unità. Altri 4 anni, e nel ’98 si è toccato il livello più basso, con soli 7.324 residenti, perdendo in 8 anni ben 1.300 abitanti, il 15% del totale.

Un primo segnale di ripresa lo si è avuto nel 2003, quando Vobarno è risalito a quota 7.584 (più 260 unità rispetto al picco negativo del ’98). La crescita è poi continuata, ed oggi i vobarnese sono 8.039, per la prima volta di nuovo oltre quota 8.000.
Il costante calo degli anni ‘90 che ha colpito le acciaierie Falck, azienda simbolo del paese, ora si è arrestato. Anzi, c’è la ripresa, determinata sia dalla rinascita produttiva dell’area riconvertita che dallo sviluppo che si sta attuando in

Carpeneda di Vobarno. Ma esaminando i dati si scopre che Vobarno riprende si a crescere, ma in realtà i vobarnesi se ne vanno.
Se infatti nel 2008 gli «indigeni» sono cresciuti di 142 unità, in realtà la popolazione straniera, passata da 1.134 a 1.289 unità, è cresciuta per il quinto anno consecutivo, con nel 2008 un +155. Ne consegue che, rispetto allo scorso anno, Vobarno conta oggi 13 vobarnesi doc in meno.

E a Vobarno, anche le nascite sono un segnale forte: su un totale di 86 neonati, in 42 (quasi la metà) sono extracomunitari, con un’incidenza delle culle straniere che si fa sempre più significativa. L’incidenza «straniera», che solo 7 anni fa a Vobarno era sotto il 7% della popolazione, oggi supera quota 16%, per una Vobarno sempre più multietnica.

M.PAS. da Bresciaoggi

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