L'impegno di Maria Gabos

“E’ stata un’insegnante particolarmente attiva, fedele al dovere, forte e coraggiosa nelle iniziative, intelligente. Ha esercitato la sua professione con impegno, professionalità e pazienza, sostenuta da un entusiasmo e da una voglia di fare che non si esaurivano mai”.
A parlare è Tiberia che allora era una bambina. I ricordi sono riferiti a Maria Gabos che da Cles, in Val di Non, nel primo dopoguerra scese a Ponte Caffaro per fare la maestra. E non solo.

In tanti per ricordare
Nei giorni scorsi, il centro valsabbino che l’ha accolta per tutta la sua ampia parentesi professionale, le ha tributato omaggio intitolandole una via che in mezzo al paese parte dalla 237 del Caffaro e si infila nel paese.
Schierati dietro all’inaugurale nastro, con l’assessore alla Cultura Giuseppe Monteleone, don Massimo per la benedizione, i sindaci presenti e forse futuri di Bagolino e Ponte Caffaro, il baffuto Diego, nipote baffuto dell’indimenticata, gli uomini e le donne di scuola.
Dall’altra parte il pubblico, colorato delle insegne e delle divise dei volontari e delle voci bianche di cento ragazzini.

Lei c'era sempre
“Ponte Caffaro non dimentica chi pur venendo da lontano ha saputo integrarsi così bene nel tessuto collettivo fino a prendere la guida di iniziative sociali e culturali delle quali possiamo godere ancora oggi” ha detto il sindaco Scalvini, riconoscendo poi alla più popolosa delle frazioni bagosse, l’unica lacustre, lo status di “comune che può e sa badare a se stesso in modo del tutto autonomo”.
“Indimenticabile è rimasto in noi il ricordo del suo passo, sempre di lena, sempre sollecito nell’aiutare chiunque le chiedesse il disbrigo di qualche pratica, un consiglio, un aiuto concreto, anche materiale” ha aggiunto Tiberia che dell’esempio ha fatto virtù quando a sua volta si è trovata ad educare la sua schiera di ragazzini.

Insegnamento innovativo
La maestra Gabos, per nulla autoritaria e severa come esigevano i tempi, basava il suo intervento sul rispetto reciproco, l’ascolto, l’atttenzione ai bisogni delle famiglie e dell’ambiente: “Non si arrendeva facilmente, usava tutta la pazienza che aveva e recuperava da quelle testoline, che sapeva preziose, tutto il possibile”.
Lungo l’elenco del suo impegno: con il volontariato quando si trattò di far nascere il gruppo dell’ambulanza, con la pro loco, la parrocchia, la mensa scolastica, il “centro di lettura”, la cooperativa Famiglia...
Braccio e mente, infaticabile, di gran parte delle iniziative pubbliche di quegli anni.
La malattia se la portò via prima che potesse godere di meritata pensione.

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