14 Febbraio 2009, 00.00
Sabbio Chiese
Giovani balordi

...e la famiglia?

«Buongiorno, ho appena letto il nostra culpa di David e mi sento di aggiungere qualche considerazione personale».
Pubblichiamo volentieri il contributo alla rìflessione sulla condizione giovanile che ci viene inviato da Matteo di Gavardo

Ritengo assai interessante e stimolante il contributo che i lattori stanno offrendo a tutti da queste pagine, in merito alla vicenda registrara dalla cronaca a Sabbio Chiese e che ha coinvolto in una vicenda torbida un gruppo di giovanissimi. Ho l’impressione che questo sia il modo giusto di affrontare la questione.
Dopo lo shock conseguente ai fatti c’è da capire cosa sta accadendo a parecchi ragazzini e soprattutto da che parte si può cominciare a limitare i danni causati, questo è evidente, da erronei modelli di riferimento che troviamo nel mondo degli adulti.
Pubblichiamo volentieri il contributo alla rìflessione sulla condizione giovanile che ci viene inviato da Matteo di Gavardo, ErreBi e Daniela
Scriveteci anche voi alla e-mail redazione@vallesabbianews.it o con lo strumento delle Lettere al Direttore.
Ubaldo Vallini


Buongiorno,
ho appena letto il "nostra culpa" di David e mi sento di aggiungere qualche considerazione personale.
E' lodevole e significativo che David metta in evidenza tutte queste manchevolezze, dagli educatori agli insegnanti ai giornalisti e alle tv.
Manca però, per come la penso io, un accenno fondamentale alla famiglia. Che piaccia o no, è la famiglia il solo fulcro della formazione di un ragazzo, e da essa scaturisce inevitabilmente ogni sua attitudine e ogni suo comportamento.

In tutta la fase della formazione del carattere, che sappiamo essere concentrata nei primi otto anni di vita, i genitori, i fratelli, anche i nonni sono per un bambino la fonte a cui attingere, il modello a cui ispirarsi, lo specchio in cui riconoscersi. Laddove la fonte è inquinata, il modello instabile, lo specchio incrinato, la conseguenza immediata è la perdita dell'orientamento. Questo si traduce nell'incapacità di esercitare il proprio senso critico, nel costante e insoddisfatto bisogno di affetto e quindi nella ricerca - confusa e incoerente - di colmare queste lacune affettive ed emotive.

Al contrario, laddove la famiglia è capace di mantenere salda la propria posizione, i ragazzi possono affrontare il mondo esterno con lo zaino pieno, sapendo che in ogni momento possono aprirlo e trovare cibo per rifocillarsi o vestiti per ripararsi o cartine per orientarsi.
Le agenzie educative esterne hanno il compito di accompagnare la famiglia, di aggiungere stimoli al ragazzo e di favorirne la socialità: mai potrebbero svolgere un compito formativo che non appartiene loro! Negli anni in cui sono stato capo scout ho potuto verificare sul campo quanto fosse facile lavorare con i ragazzi che venivano da situazioni familiari stabili, e quanto difficile anche solo farsi ascoltare per qualche secondo dai più sfortunati che non godevano di questa situazione.

Dalla famiglia scaturisce tutto, non è giusto accusare indiscriminatamente gli insegnanti e gli educatori di non saper gestire i nostri ragazzi! Quando i nostalgici dicono "... ai miei tempi..." dimenticano che fino a pochi lustri fa la disgregazione della famiglia non era lontanamente paragonabile a quella attuale. E questo fa MOLTA differenza...
Allora credo che l'handicap più grave sia la mancanza di una vera politica, nazionale e locale, di sostegno alla famiglia, politica che oggi è completamente inadeguata sotto l'aspetto economico (mi viene in mente cosa significhi una gravidanza per una donna che lavora) e delegata a poche virtuose cooperative sociali per tutto il resto. Ci sono spazi importanti, come la mediazione familiare - che ha dimostrati effetti positivi sul modo in cui i figli vivono la separazione dei genitori - che non riescono a decollare per l'opposizione, nemmeno troppo nascosta, delle categorie che tradizionalmente gestiscono queste situazioni.

E la Chiesa? Tanto si batte sui temi della bioetica, tanto s'infervora sulla difesa del nucleo familiare tradizionale, quanto è silenziosa e poco educante sull'insegnamento di quell'amore che fa da collante di ogni famiglia.
Forse basterebbe che ognuno tornasse al posto che gli compete e svolgesse il proprio compito con serenità e passione. C'è chi questo lo fa, anche nella nostra valle, e i risultati si vedono eccome!

Vi ringrazio per la cortese attenzione.
Matteo - Gavardo


Carissimo David,
premetto che mi ha colpito molto la tua opinione sul fatto di violenza accaduto a Sabbio Chiese in passato ma emerso solo nei giorni scorsi.
Mi ha colpito molto la tua umiltà e responsabilità, premetto che se tutti fossero come te le cose andrebbero meglio.
Credo che molte persone dovrebbero farsi un bell'esame di coscienza e fermarsi a riflettere su quanto è accaduto e quanto sta continuamente accadendo. Purtroppo basta accendere la tv o aprire i giornali e tutto ci crolla addosso e le persone sensibili come te si sentono questo peso addosso.

Non possiamo però dare torto a Giacomo quando dice che è inutile pensare di risolvere il problema imputando responsabilità a estranei al fatto.
Brevemente credo che il fatto violento sia l'effetto, quindi vanno applicate pene/punizioni severe, esemplari.
Non credo sia un buon esempio per una società adolescentemente fragile vedere i suoi coetanei dopo due giorni spediti a scuola. Magari qualcuno chiederà un dettaglio in più di quanto è già stato ampiamente scritto e detto.

Così diamo un bell'aiuto anche a quella povera ragazza. Magari la umiliamo ancora un pò. Lo trovo assolutamente sbagliato.
Mi inchino alla sobrietà di David che cerca di trovare la causa a quell'effetto violenza che sta devastando gli adolescenti.
Sono pienamente in sintonia con te quando parli di colpe e noi adulti ne abbiamo sempre una più di voi.

Gli esempi li dobbiamo dare noi genitori, questi sono i nostri frutti.
Stiamo raccogliendo quanto abbiamo seminato.
Penso e mi sembra di capire fortunatamente, che in casa tua stiano raccogliendo degli ottimi frutti. Vedi che non tutto è marcio, tieni duro, tieni alti i valori, contiuna a testimoniare la tua fede, continua a fare l'animatore e vedrai che le soddisfazioni arriveranno.
Se ci sono i giovani così, anche noi genitori possiamo capire se abbiamo sbagliato o stiamo sbagliando.
Ma qualcuno potrà anche dire di avere educato bene per esempio i tuoi genitori
ErreBi


Salve direttore,
sono una mamma di 40 anni e 2 figlie di cui una ha 14 anni, le scrivo per aggiungere un commento alla triste storia di Sabbio, è da giorni ormai che leggo e rileggo i vostri articoli e relativi commenti della gente, oggi finalmente mi ha colpito la lettera di David, catechista, ho riflettuto molto e mi creda io non voglio insegnare niente ha nessuno, ma vorrei che altre mamme, genitori, e chi ha il compito di dare il giusto indirizzoa questa società sempre piu allo sbando, leggesse le parole di questo ragazzo che tra l'altro penso sia pure giovane....

FACCIAMOCI TUTTI UN ESAME DI COSCENZA!!!!!
La societa' siamo noi, .... insistiamo di più a dare regole di base e facciamole rispettare, magari con delle punizioni, non serve la cinghia...anche se un sano ceffone non ha mai fatto male a nessuno nel momento del bisogno!
I ragazzi oggi sentono il bisogno di fare i bulli, di mostrare al compagno che lui è piu forte, nelle parole e nei fatti.
E lì si scatena di tutto e di piu'.

PERCHE'?
...perchè noi non siamo più ingrado di ascoltarli, o non vogliamo, ci fa piu comodo dare cio che vuole, permessi per tornare tardi (la mia NO!!) a dormire dagli amici (si va be...magari noi non conosciamo neppure i loro genitori? Per ora la mia no!).
Tutta la tecnologia e la moda del momento, ci rispondono pure, non c'è piu rispetto, arrivano ad alzare le mani con la mamma, o la nonna, per la "mancia", mamme che non accettano un giudizio o un richiamo negativo dai professori...anzi li difendono pure, e ha volte si prendono a ceffoni o denuncie!!!
Pazzesco.
Noi non dobbiamo mollare mai dobbiamo imparare a dire di NO!!!! ai nostri figli, ma attenzione: parliamo di piu con loro, cerchiamo di conoscere chi, (e i loro genitori) frequentiamoli assieme, andiamo a controllare, (perchè no alla faccia della privacy... cavolo io sono la mamma in fin dei conti) a metà festina che cosa combinano, controlliamogli i telefoni, internet blocchiamo certi siti, meno soldi e piu dialogo.

NON SONO POI COSE DELL’ALTRO MONDO
sono piccoli accorgimenti ma importanti per seguire ed educare un figlio, poi ripeto...io sono una mamma e ho la mia teoria... però credo che alle mie figlie non manchi niente anche le mie vanno all'oratorio, e ringrazio le educatrici, Don Andrea e Don Giuseppe, la gente pensa che noi cosidette "mosche Bianche" (perchè è cosi che ci definiscono loro i "moderni della societa' alla deriva") siamo troppo severi e non permettiamo ai nostri figli di fare quello che fanno gli altri, e le nostre figlie prima o poi si ribellano (dicono loro) giustificandoli dicendo: si fa cosi perche' oggi il mondo è cambiato e i figli son piu svegli e sono incontrollabili ed è giusto (sempre per loro eh) che tornino tardissimo, ecc....perchè sono tutto esperienze...

CAVOLO CHE GENITORI!!!!
David hai ragione su tutto condivido e grazie di averci dato IMPUT a noi "mosche bianche" di non mollare.
MAMME. Dite NO qualche volta: se volete scrivermi sono pronta ad accettare anche critiche, danyapollonio@alice.it.

Grazie direttore di avermi letto, a presto.
Daniela Apollonio


Commenti:
ID282 - 14/02/2009 00:00:00 - (Giacomo) - Giacomo Fola

Penso ci sia da ragionare parecchio! I ragazzi hanno seviziato la ragazza e, molti, danno colpa alla società. Non credo sia corretto associare l'accaduto colpevolizzando questa benedetta società. Tre ragazzi hanno seviziato la ragazza, non tutti i ragazzi. Il riferimento è indirizzato verso quei tre, e solo tre, ragazzi. Se la colpa fosse della società, tutti i ragazzi appartenenti la nostra società dovrebbero seviziare ragazze.
Ma fortunatamente non è così. Ci sono tantissimi altri ragazzi che non si comportano così, eppure la società è la stessa! Non è forse il caso di dire le cose come stanno? Smettiamola con questi buonismi e nostra culpa che non servono a nulla o, più precisamente, servono a togliere la colpa a coloro che sbagliano.

ID283 - 14/02/2009 00:00:00 - (assenzio) - Assenzio

Mica ho capito, Giacomo. Forse che quei tre non fanno parte di quella che tu chiami società? Mica abitano sulla luna. A me pare che tutti questi discorsi servano a dire che quando succede qualche cosa del genere è troppo comodo dare la colpa a dei ragazzini e basta. Questo ho capito. E mi sa che c'hanno anche ragione.

ID284 - 14/02/2009 00:00:00 - (hal_9091) - Alberto

Mi sono commosso leggendo la lettera di David e condivido in pieno il commento di Matteo. Mi sono commosso perché è ormai una rarità trovarsi di fronte a qualcuno che si prende le proprie responsabilità. Ma attenzione a non esagerare. Ognuno deve fare in coscienza la propria parte al meglio, tenendo conto, però, che il mondo va da tutt'altra parte. Caro David, non sobbarcarti colpe altrui. I Ai me tempi, personalmente, mi fanno molto arrabbiare, perchè ci si dimentica spesso che ai me tempi era un mondo totalmente diverso. Un mondo fatto di reti, di relazioni e non di identità solitarie. Per questo non do nemmeno tutta la colpa alla famiglia: ai me tempi era un mondo più semplice e quindi era anche più semplice fare i genitori ed educare i propri figli di quanto non sia difficile oggi. Spesso, pensando a quando diventerò genitore, mi vien da tremare. Certo è che un fatto drammatico fà più rumore di altri 100. La ricerca della colpa, davanti a fatti così sconcertanti, diviene un esercizio quantomai impossibile da portare a termine.

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