Dalla banca una «scossa» ai cuori valsabbini

“Così, almeno per una volta, potremo dire che una banca salva le persone dall’infarto invece che provocarlo”.
E’ quello che è iniziato a succedere ieri all’ospedale di Gavardo, dove il presidente della Banca di credito cooperativo di Bedizzole, Turano e Valvestino, Vanni Zecchi, ha consegnato nelle mani del direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Desenzano Mara Azzi un assegno di 50 mila euro.
Obiettivo: sostenere l’attività dell’Unità operativa di Cardiologia dell’ospedale “La Memoria”, che ha deciso di utilizzare quella somma per attivare un ambulatorio di Elettrofisiologia cardiologica per l’impianto di peacemakers, quella sorta di stimolatore elettrico che è in grado di mantenere costante il battito cardiaco.

Zecchi ovviamente ha smentito la battuta sulle banche, buttandola sul marketing: “Noi ai nostri correntisti gli infarti non li provochiamo mai, provare per credere”. Aggiungendo che la finalità perseguita dalla sua banca è quella del miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche delle comunità alle quali si rivolge e che sono Valle Sabbia, Garda e Valvestino, le stesse che si rivolgono all’ospedale di Gavardo.
“La collaborazione tra L’Azienda ospedaliera e il territorio ci permette di garantire ai cittadini un servizio all’altezza delle loro esigenze – ha detto Mara Azzi nel rigraziare del gesto -. Questo è vero quando ad essere coinvolti sono i volontari, ma altrettanto importante si rileva è il sostegno economico che gli Istituti bancari possono offrire per l’avvio di nuove attività o per l’implementazione di quelle già esistenti”.

Lucio Dalfini, il direttore del presidio, ha detto che il nuovo servizio ambulatoriale partirà nel giro di poche decine di giorni e che si affiancherà, nelle novità, a quelle rappresentate dal nuovo reparto di cure palliative attivo da ottobre e alla Rianimazione che è diventata pienamente operativa fin dai primi di gennaio.
Posti letto che rimangono sempre “caldi”, ha sottolineato, confermando la bontà delle scelte a suo tempo operate sulla strada del rinnovamento e dell’ampliamento della struttura che dirige.

Fra i presenti anche il sindaco di Gavardo Gian Battista Tonni: “Magari ce ne fossero tanti di gesti così, che dimostrano come questo non sia l’ospedale del sindaco, come qualcuno aveva avuto modo di dire – ha affermato -. Così si favorisce anche la crescita professionale degli addetti, che dà valore aggiunto a tutto il resto”.
“Le statistiche ci dicono che sono 114 ogni anno i pazienti di un bacino d’utenza come il nostro che anno bisogno di un impianto di peacemaker e i tempi di attesa nelle strutture vicine alla nostra sono lunghissimi anche solo per i controlli – ha detto il responsabile del reparto, il cardiologo Gian Franco Pasini –. Numeri destinati ad aumentare con l’età media e con i ritrovati tecnologici che fanno di questi apparecchietti macchine sempre più sofisticate in grado di rispondere ad esigenze più ampie”.

Il reparto gavardese di Cardiologia, pur essendo ubicato in una struttura “periferica” rispetto ai grandi ed ultraspecializzati presidi, da qualche tempo è l’unico in provincia di Brescia ad essere stato scelto dalla regione un progetto sperimentale di telesorveglianza cardiologia, su 24 pazienti selezionati fra quelli gardesani e valsabbini, che vengono monitorati 24 ore su 24.

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