Concerto in «Do di gas» per slavine

Il “concerto” dall’elicottero, sulla Sp 669 del Gaver, ha sortito l’effetto sperato e la neve accumulata sotto le Pale della Misa si è infilata senza problemi nel canale della “Grisa”, fermandosi ad una decina di metri dalla strada.
Così fin da ieri sera i mezzi spazzaneve e spargisale della ditta Salvadori hanno potuto sgomberare l’asfalto, gli addetti della Sat dedicarsi ai loro “gatti” e gli albergatori aprire i battenti delle loro strutture ricettive.

Strada riaperta ufficialmente dalle 9 di questa mattina, così il Gaver può accogliere gli appassionati della neve, dopo quattro giorni di forzata interruzione viaria. A sciogliere l’impasse l’intervento risolutivo della Protezione civile bresciana con uno strumento innovativo che funziona a gas.
Erano le 14 e 30 quando l’elicottero della Regione Lombardia ha preso a sorvolare le Pale della Misa e sotto era già tutto pronto: il capocantoniere Bruno Arrighini con due squadre della manutenzione strade della Provincia bloccava la via assicurandosi che sotto non ci fosse nessuno, mentre il comandante Bontempelli del distaccamento bagosso del Corpo Forestale teneva i collegamenti via radio.

Sull’elicottero, insieme al pilota, c’era il nivologo Federico Rota che è qualificato anche come “fuochino”, in costante contatto con la Valle Camonica dove l’assessore Corrado Scolari ed il funzionario provinciale Gian Maria Tognazzi coordinavano l’operazione, che sopra Lozio non aveva dato gli esiti attesi.
“Potete cominciare” ha gracchiato la radio e la campana d’acciaio appesa quindici metri sotto al “baricentrico” del mezzo aereo ha potuto iniziare il suo concerto.

Funziona così: un telemetro dice al manovratore a che distanza lo strumento si trova dalla massa nevosa, quando è quella giusta due bombole di idrogeno e una di ossigeno iniettano pari quantità di gas; quando la miscela detonante è pronta il Rota di turno fa scattare l’apposita scintilla.

Cinque “botte” ci sono volute, una ventina di secondi una dall’altra, e la slavina è scesa in una nuvola bianca, scaricando una volta per tutte la sua potenziale capacità distruttiva.
Nevicava ancora ieri sera in Valsabbia, oltre i seicento metri di quota, in Gaver se n’erano già accumulati una ventina di centimetri, però senza più fare paura... forse.

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