Pospesio aspetta tante risposte ai danni

Da qualche mese, nella zona di Paitone, Prevalle e Gavardo non si parla più molto dell’annosa questione delle cave. Problema risolto? Per niente. Semplicemente sopito? Per qualcuno sì, ma non per tutti; come ben sanno gli abitanti di Pospesio, la frazione paitonese che si affaccia sul più importante sito estrattivo della zona, quello che insiste sul confine fra Prevalle e Paitone, di fianco al monumento naturale del «Buco del Frate».

È già stato detto, ma vale la pena ribadirlo ancora: siamo nel cosiddetto «Carso bresciano», un’area collinare dalla quale è possibile ricavare marmo e, di conseguenza, calcari molto puri, perfetti per essere utilizzati come base per intonaci, malte e prodotti chimici vari; ma anche come materia prima nella fabbricazione di montature per occhiali o carte di credito. Insomma, un bel business, gestito soprattutto dal colosso trevigiano Fassa Bortolo, o da ditte affiliate, come la valsabbina Tepa, titolare del bacino in questione.

Si diceva più sopra che a Pospesio il problema non è per nulla sopito. D’altra parte, quando si sentono continuamente scoppi di mine a un centinaio di metri di distanza dalle case è difficile dimenticarsi che c’è un conto aperto. Già, perchè buona parte della sessantina di residenti proprio di conti vorrebbe parlare, dato che le esplosioni causano danni seri alle abitazioni: crepe nei muri, tetti mossi e travi spostate.

Due anni fa il Comune si era preso la briga di eseguire un’analisi tecnica dei danni. «Peccato che i risultati non si siano mai visti», dice Armando Maccarinelli, che a Pospesio ci vive. Nella primavera del 2008 è la Fassa Bortolo a concedere la «grazia»: valuterà il problema e il Comune farà da garante. Risultato? Nulla, come due anni prima. «A quel punto ho scritto alla ditta chiedendo i danni - spiega Maccarinelli -. Con grande sorpresa, di lì a poco un rappresentante della Fassa, l’ingegner Alberto Dutto, mi ha confermato verbalmente che la mia richiesta è stata accolta».
La strada sembrava così aperta anche per gli altri. Vittoria dunque? «No, perchè il sindaco, Claudio Papotti, si è messo di mezzo, ha fermato tutto e ci ha convocato per un incontro l’11 dicembre - racconta il signor Armando -. Il motivo? Non ce l’ha detto. All’incontro eravamo in una ventina e abbiamo protestato rispettosamente. L’ho fatto anche io, e come replica mi sono sentito dare del pagliaccio dal sindaco».

Da lì in poi, più nulla. Ma la gente attende risposte. Due in particolare le domande. La prima: perchè non è dato sapere i risultati delle analisi? La seconda: perchè, quando si era arrivati a un traguardo il primo cittadino ha messo i bastoni fra le ruote?

di Luca Cortini da Bresciaoggi

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