05 Novembre 2008, 00.00
Valsabbia - C
Maltempo

Piove, il terreno è instabile

di Ubaldo Vallini

Fino a lunedě sera, tutto sommato, la terra, i fossi, i torrenti e i fiumi della Valle Sabbia hanno retto. Poi sono cominciati i guai, neppure tanto seri, ma indicativi di quello che accadrŕ se alla svelta non smetterŕ di piovere.

Fino a lunedì sera, tutto sommato, la terra, i fossi, i torrenti e i fiumi della Valle Sabbia hanno retto. Nelle ore e nei giorni precedenti, fatta eccezione per mercoledì 28 ottobre, quando i pluviometri hanno registrato impressionanti picchi di piovosità, Giove ha diluito le sue ire nel tempo e il suolo ha avuto la possibilità di assorbire senza troppi traumi il liquido elemento.

Poi le cose sono andate diversamente, quando il cielo ha cominciato a riempirsi di tuoni e di lampi e le nuvole si sono aperte, a ripetizione e a macchia di leopardo, riversando quantitĂ  monsoniche di acqua che hanno preso a scivolare lungo i pendii, a racimolarsi in fondo agli impluvi, a cercare sfogo ogni dove. Ne sanno qualcosa i volontari della Protezione civile di Barghe che, a causa della esondazione di due torrenti, hanno trascorso quella notte in bianco.

“Due corsi d'acqua pressochè inesistenti in condizioni di normalità – ci ha detto uno di loro, Gianbattista Guerra -. Incredibile quanti danni siano in grado di provocare quando un quantitativo di pioggia che superi la normalità li mette in condizione di farlo”.
E’ quello che è successo l’atra notte. Prima il canale di “Site” e poi quello di “Draga” sono usciti dal loro alveo trascinando fango, sassi e ramaglie in notevoli quantità. I volontari di Barghe, tra i quali anche il sindaco Oriano Ceresa, si sono prodigati praticamente fino al mattino per ripulire strade e tombini letteralmente sommersi dai detriti.
Mentre il canale che scende dalla località “Site”, dalla quale prende il nome, ha provocato disagi solo su un tratto di via Stoppini, in paese, l'altro ha esondato sommergendo il rondò di “Vrange”, quello fra Barghe e Sabbio che è direttamente collegato alla tangenziale, creando una situazione di oggettivo pericolo per chi transitava lungo la Provinciale IV che in quel tratto funge da strada di “fondovalle”.

In entrambi i casi si può dire che la natura si è ripresa il suo spazio: non sarebbe probabilmente accaduto nulla, infatti, se lungo il corso di questi due canali l’uomo non avesse pensato di sistemare degli ostacoli, o almeno se nel farlo si fosse curato di gestire meglio il “prevedibile imprevisto”.
Nonostante il lavoro dei volontari di Barghe però, bravi perché hanno risolto entro la notte quello specifico problema, ha continuato a piovere.

Non sono stati con le mani in mano nemmeno i volontari dei Vigili del Fuoco di Vestone, chiamati lunedì sera a risolvere un piccolo smottamento che aveva interessato la 237 del Caffaro a Idro, non lontano dalla traversa del lago, e che per il resto della notte sono rimasti in preallarme a causa di altri piccoli smottamenti registrati dalla parte del Garda, gestiti però in altro modo e senza il loro aiuto. Il terreno, ormai zuppo all’inverosimile, intanto continuava a favorire il formarsi di rigagnoli sempre più pesanti e veloci.
Così il fiume Chiese, nel breve volgere di alcune ore, si è gonfiato di parecchio. Impressionante con quel suo color marrone che stava a significare l’apporto costante di terriccio raccolto dai vari torrenti un po’ ovunque: dalla Conca d’Oro, dal Savallese, dalle Pertiche e dalla Valle dell’Abbioccolo a occidente, dalla Degagna, Provaglio e Treviso Bresciano a oriente.

Nonostante il livello dell’Eridio sia tornato a salire e ieri avesse raggiunto la quota 368,34 sul livello del mare (la soglia di attenzione è fissata a 368,50 quindi grandi spazi di “manovra” non ce ne sono), a Vobarno ieri il fiume di casa cominciava a far paura.
A parte l’invasione del piccolo parcheggio posizionato appena prima del Ponte Vecchio, per la verità ampiamente prevista in caso di piena, c’era l’acqua che in poco tempo si è fatta alta e spumeggiante insieme alle nuvole in cielo che non accennavano ad andarsene, a rendere quanto meno inquietanti se non minacciosi il pomeriggio e la serata di ieri.

Una situazione complessiva di rischio che ieri sera per la veritĂ  non aveva ancora prodotto episodi gravi, anche se gli operatori temevano un peggioramento nella notte. Gli smottamenti piĂą preoccupanti hanno richiesto il pronto intervento del servizio di manutenzione strade della Provincia.
Al chilometro 30 circa fra Preseglie e Barghe dove due muretti a secco sono crollati sull’asfalto ostruendo una delle due corsie di marcia e in un caso il movimento franoso ha interessato anche il versante a valle della strada.
Idem lungo la 669 fra Sant’Antonio e Bagolino, in prossimità delle condotte forzate della Caffaro, anche qui da un muro a secco si sono lasciate pietre per un paio di metri cubi ostruendo la strada a metà.


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Sbanda alle paratoie Tutto sommato un Ferragosto andato "liscio" sulle starde della Valle Sabbia, eccetto che per alcune code lungo la 237 del Caffaro e per questo incidente, come al solito quando ricomincia a piovere, alla curva delle paratorie, a Idro

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