Giustizia e costituzione

Dai magistrati lazzaroni presi a “tornellate” dal ministro Brunetta alla separazione fra le carriere di giudice e pubblico ministero, dal ruolo delicato della Corte costituzionale alle cattedre universitarie, passando per l’efficienza nell’organizzazione della macchina giudiziaria.
Sono stati tanti, ma anche “scot-tanti”, gli argomenti affrontati dall’avvocato Giuseppe Frigo venerdì sera a Preseglie, incalzato dalle domande dello storico bresciano Roberto Chiarini. Il noto penalista bresciano, padre del “giusto processo” e neoeletto alla carica di giudice costituzionale, alla sua prima uscita ufficiale e pubblica, non si è certo tirato indietro.

“Lo dirò anche al ministro Brunetta, se avrò occasione di farlo: quella dei tornelli per controllare il tempo di lavoro dei magistrati è una sciocchezza. Non è quello il punto, non lo è mai quando le attività sono di tipo intellettuale. Servono piuttosto meccanismi di controllo sì della quantità, ma anche della qualità del lavoro svolto”, ha esordito Giuseppe Frigo a proposito dei “giudici lazzaroni”.
Quanto alla velocità nella celebrazione dei processi ha ricordato che “la giustizia più veloce è quella sommaria”, meglio dunque andarci cauti e sviluppare semmai il concetto di “tempo ragionevolmente necessario per non perder tempo”, che passa attraverso la buona organizzazione degli uffici giudiziari che è possibile, “come Bolzano e anche Torino insegnano”.

Quanto al ruolo che è stato chiamato a svolgere, cioè il delicato compito di pronunciarsi sulla legittimità delle leggi Frigo non ha dubbi: “La Corte costituzionale è un organo politico che si esprime in forma giudiziaria: le decisioni dunque non possono che essere intrise di politica e di ideologia.
Ovvio: con la nostra Costituzione, la migliore fra quelle europee, quale unico riferimento”.

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