Presidio 9agosto: la lettera a Castelletti

Il comitato di coordinamento ha inviato una lettera aperta al nuovo sindaco Laura Castelletti affinché «valuti positivamente l'attività del Presidio, espressione di impegno civile e democratico nel contesto di una società che diviene sempre più consapevole dei propri diritti e del ruolo che intende giocare nei processi decisionali».

Lo scorso 28 febbraio l’esecutivo dell’uscente sindaco Emilio del Bono non aveva rinnovato il permesso per occupazione di suolo pubblico perché il gazebo sarebbe stato in conflitto con le necessità logistiche e il decoro della città nell'anno che la vede Capitale della Cultura.

«Nei mesi scorsi, a fronte del preavviso di diniego al proseguimento dell’occupazione di suolo pubblico e dei successivi provvedimenti di rigetto delle ulteriori richieste di autorizzazione da noi avanzate, abbiamo considerato con stupore e incredulità come i funzionari preposti alla pianificazione degli eventi culturali allestiti nella nostra città potessero seriamente ritenere che la presenza del “Presidio 9 Agosto” costituisse di per sé sola un pericolo, una minaccia, un elemento di turbamento, estetico e addirittura anche di natura politico-sociale, tale da arrecare disturbo sia allo svolgimento delle molteplici iniziative da svolgersi nelle piazze sia alla vista ed all’immaginario dei sempre più numerosi visitatori pervenuti nella città di Brescia - si legge nella lettera inviata a Castelletti.

Preoccupazioni destituite di qualsiasi fondamento: le manifestazioni, pure quelle in piazza, si svolgono regolarmente e i turisti non sono affatto "turbati" dalla tenda bianca

Anzi, non passa giorno senza che qualcuno non si fermi chiedendo informazioni sui motivi della protesta finendo per condividerla, sia sottoscrivendo le dichiarazioni di solidarietà che facendosi "selfie" davanti al gazebo.

Inoltre il rispetto delle buone norme di comportamento urbano è stato il tratto distintivo dell’intera nostra esperienza di protesta.

I timori manifestati inizialmente, non solo dagli esponenti politici comunali ma pure dal personale amministrativo della Loggia, si sono rivelati infondati e dovrebbero essersi dissolti davanti alla diffusa e inaspettata, solidarietà che il sit-in continua quotidianamente a raccogliere tra i bresciani e i turisti in visita alla città».