«Cooperazione affinché l'acqua non sia più terreno di scontro, ma di unione»

Gentile direttore,

giovedì sera ho partecipato alla conferenza sul nuovo progetto di collettamento e depurazione del lago di Garda che si è svolta a Montichiari organizzata dai sindaci che si oppongono al progetto.

Da cittadina attiva mi sono interessata sin da subito della questione, quando ancora si parlava della soluzione Visano, e da referente delle "Mamme del Garda" ho partecipato ai tavoli istituzionali insieme alle altre associazioni del territorio cercando di sensibilizzare cittadini e le amministrazioni pubbliche.

Entrata a febbraio nel consiglio regionale non potevo fare altro che continuare a portare avanti la battaglia che mi ha visto per anni decisamente contraria alla localizzazione dei nuovi depuratori del Garda lungo l'asta del Chiese.

Il 2 maggio al primo consiglio regionale ho presentato la mozione che chiedeva la revoca della convenzione del 2017, a mio avviso superata, nonché la revoca della tanto contestata figura del commissario straordinario. Mi fu chiesto di ritirare la mozione per ridiscutere un testo condiviso e sostenuto da tutte le forze politiche e così accettai. Ora però il lavoro in commissione deve accelerare perché sono anni che la politica si sta passando la palla senza arrivare mai a prendere una decisione, e quando lo ha fatto è stato solo truccando le carte e cambiando le regole del gioco in corso.

Mi riferisco in particolare a due episodi che hanno segnato questo travagliato percorso: il primo è stato l'affidamento di uno studio ad un soggetto che ha mostrato di non essere terzo e indipendente. Lo studio di fattibilità dell'Università di Brescia è stato criticato e contestato sotto molteplici punti di vista e nessuno oggi può negare che quello studio sia stato costruito ad arte per dimostrare la bontà della soluzione "Gavardo e Montichiari" già assunta, prima ancora di vedere i numeri, quale l'unica soluzione.

Il secondo episodio è stato quando l'ex Ministra Gelmini, durante il Governo Draghi, mascherata da presidente della Comunità del Garda, con una letterina, ha imposto e ottenuto il commissariamento della Provincia di Brescia che aveva iniziato un percorso alternativo e non in linea con i diktat dei sindaci del Garda in merito alla scelta dell'ubicazione dei nuovi depuratori.

Da anni si sta consumando sul territorio uno scontro tra due diverse fazioni: i sindaci del Chiese contro i sindaci del Garda. Tutto questo non giova a nessuno. Credo invece che dobbiamo tornare a far dialogare e cooperare questi territori perché l'acqua non sia più terreno di scontro ma di unione.

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