«Da grande farò il pilota»

Nel 2004 Michele Cargnoni, allora 26enne aveva un sogno, quello di essere inviato in Iraq. Ne aveva parlato con Bresciaoggi che a lui aveva dedicato una lunga intervista nell’edizione del 14 luglio. «Quando era piccolo - raccontava la madre Rosa descrivendo il figlio che aveva il volo nel sangue - se gli si chiedeva cosa avrebbe voluto fare da grande rispondeva: "Da grande farò il pilota, o niente"». Un cruccio d’infanzia che con gli anni era diventato realtà. Una realtà perseguita con determinazione tanto che, ottenuto il diploma al Liceo scientifico di Idro nel ’97, entrò subito nell’Accademia dell’aeronautica di Pozzuoli.

«Ho frequentato il corso regolare "Urano IV" - raccontava Michele a Bresciaoggi nel 2004 - per diventare ufficiale, e nell’ottobre del 2001 mi sono laureato in Scienze politiche. A gennaio 2002 sono stato inviato alla scuola di volo di Galatina (Lecce) per il corso sul velivolo MB339 A (lo stesso che viene impiegato dalle Frecce Tricolori), e nell’aprile dell’anno scorso (il 2003, ndr), dopo un anno durissimo, ho conseguito il brevetto di pilota militare. Dopo la scuola di volo sono stato assegnato all’84° Centro Sar (search and rescue: ricerca e soccorso) di Brindisi».

A questo punto, il giovane pilota inizia a frequentare a Frosinone il corso di base per la conduzione dell’elicottero militare NH500, e passa poi alla prima fase di addestramento sull’HH-3F (lo stesso modello di elicottero precipitato ieri ed usato anche in Iraq) nell’aeroporto militare di Pratica di Mare, a Sud di Roma. Cosa succederà nell’immediato futuro, chiedeva Bresciaoggi all’ora tenente valsabbino? «L’aspettativa è di completare per fine anno la terza fase dell’addestramento - rispondeva non senza un moto di soddisfazione -, per diventare così secondo pilota. Serviranno poi almeno 500 ore di volo sull’elicottero per passare all’addestramento da capo equipaggio (il primo pilota); ma nel frattempo, se sarà possibile, già dall’inizio del 2005 potrebbe esserci una esperienza di missione in Iraq».

Cargnoni in quell’intervista non nascondeva nemmeno l’amore per le moto, tanto che quando era diventato pilota militare si era regalato una Kawasaki Ninja 600. «Nella mia testa - spiegava -, il sogno ha iniziato a diventare realtà già in terza media: dopo aver ricevuto il bando dell’Accademia e aver visto che ciò che mi avrebbe preparato meglio era la matematica del Liceo scientifico, ho scelto appositamente quell’indirizzo di studio».
La concretizzazione, poi, era arrivata con la maturità nel ’97: «Il 27 maggio - raccontava - ho svolto il tema a Pozzuoli, a giugno ho fatto gli scritti di maturità a Idro, il 17 luglio ho sostenuto l’orale del Liceo e il 24 luglio ho superato l’orale di matematica a Pozzuoli. E così, il 19 agosto del ’97 è iniziata l’avventura».

Un’avventura tragicamente conclusa con i gradi di capitano in un tragico pomeriggio in Francia durante un volo di trasferimento.

di Massimo Pasinetti da Bresciaoggi

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