Il progetto per un unico grande parco naturale attorno a Brescia

Qualche giorno fa la Sala Libretti del Giornale di Brescia ha ospitato il primo di tre incontri per confrontarsi con le istituzioni, raccogliere adesioni e soprattutto far conoscere il progetto che vorrebbe vedere nascere intorno a Brescia un unico grande parco, che andrebbe anche ad inglobare due siti già naturalisticamente rilevanti e riconosciuti in Vallesabbia.

Gli incontri sono organizzati dal comitato promotore di questo progetto, che risale all’aprile del 2021, e ora viene rilanciato con una petizione popolare che potrà essere sottoscritta dai cittadini dei Comuni coinvolti.

I promotori sono: Ettore Brunelli, Vincenzo Ferri, Gianluigi Fondra, Pietro Garbarino, Guido Ghidini, Davide Giori Cappelluti, Francesco Onofri, Mariangela Paparazzo, Agostino Pasquali Coluzzi, Christiana Soccini, Massimo Tacconi e Ferdinando Alberti.

L’idea è riunire in un solo ente i territori oggi tutelati da: Plis delle Colline (Brescia, Bovezzo, Collebeato, Cellatica, Rezzato e Rodengo Saiano), Plis delle Cave di Brescia, Parco agricolo regionale del Monte Netto (Capriano, Flero e Poncarale), Monumento naturale dell’Altipiano di Cariadeghe (Serle), Monumento naturale del Buco del Frate (Prevalle). Oltre a questi parchi già funzionanti, ci sarebbero altre zone perimetrate di recente: Parco agricolo di San Polo, Parco del Mella e Parco agricolo della Collina di Castenedolo.

Il territorio bresciano, ha sottolineato ieri durante l’incontro Vincenzo Ferri, ecologo naturalista, «può contare ancora molti endemismi», vale a dire la presenza esclusiva di specie animalie/o vegetali, ma rischiano di scomparire senza un rapido intervento di salvaguardia».

Il dibattito riguarda dunque lo strumento con cui perseguire questo scopo: Parco regionale o Parco locale di interesse sovraccomunale (Plis).

«Il Parco regionale è la proposta giusta per il futuro - ha affermato l'assessore regionale Fabio Rolfi, candidato alla loggia, - l’obiettivo è costruire un sistema integrato e unitario di gestione del territorio, eliminando la frammentazione». Non solo. «I Plis invece prevedono regole di tutela più deboli del parchi regionali, che come enti giuridici possono intercettare più risorse, partecipando ai bandi regionali ed europei, in più rendono protagoniste le realtà locali, che gestiscono i parchi».

Ma sul tema, in realtà, ci sono già posizioni consolidate, l’attuale Amministrazione comunale di Brescia ha più volte ribadito di non concordare con la proposta.

L’ha ripetuto ieri l’assessore all’Ambiente, Fabio Capra: «L’idea di un Parco Regionale - ribatte Fabio Capra - è una provocazione sana, ma oggi non ci sono le condizioni legislative e politiche perché si realizzi». La Provincia, dopo la legge Delrio, «non ha la necessaria autorevolezza» per gestire l’operazione.