13 Febbraio 2023, 07.45
Eco del Perlasca

Sopravvivere alla liquidificazione

di Manuela Pelizzari

"Abbandonate ogni speranza di totalità, futura come passata, voi che entrate nel mondo della modernità liquida".
Zygmunt Bauman


Zygmunt Bauman, sociologo polacco del xx secolo, nel suo libro "Modernità liquida", si espresse riguardo il cambiamento avvenuto all'interno della nostra società a partire dai primi anni del 1900. Egli disse che ci troviamo in un'epoca dove il mondo e le sue strutture sono sottoposte ad un processo di "liquidificazione":
i fenomeni globali fanno sì che tutte le nostre certezze, verità, entità passino dallo stato solido a quello liquido, perdendo i loro "contorni" chiari e definiti. La nostra società è in continuo cambiamento, la nostra unica certezza è l'incertezza.

Questo è accaduto perché ad un certo punto, nella storia,
si è sentita l'esigenza di essere più  liberi, di staccarsi da tutti quei valori tradizionali che stavano diventando soffocanti. L'Io è diventato il centro attorno al quale tutto gira, la misura di tutte le cose.

È l'individualismo a determinare l'uomo del 2023.
Abbiamo perso l'idea di comunità, che non è più un insieme, ma una somma di singoli. Questo ha fatto sì che la modernità diventi fragile, perché tolti tutti i punti di riferimento, passando dal solido al liquido, l'unica opzione che ha l'essere umano è quella di apparire, distinguersi dagli altri.

Veniamo criticati perché egoisti, eppure non abbiamo molta scelta, soprattutto da quando vivere è diventato una continua competizione con gli altri. Competizione a scuola, all'università, sul lavoro, abbiamo l'esigenza di trovare il vincitore in ogni campo.
Come possiamo quindi porre l'interesse degli altri davanti al nostro quando, se non vogliamo essere "schiacciati", se vogliamo diventare qualcuno, dobbiamo lottare per assicurarci di essere i migliori?

Tutto per essere insostituibili, per essere necessari a qualcuno e sentirci appagati.
Non siamo più capaci di relazionarci tra di noi, non sappiamo ascoltare, non sappiamo mettere da parte i nostri punti di vista per capire quelli degli altri, non sappiamo confrontarci senza creare conflitto.

Siamo orgogliosi, ci crediamo speciali, vogliamo sempre avere ragione, vogliamo sentirci dire che abbiamo ragione.
Questo ci dà soddisfazione, ci fa sentire realizzati. Le uniche volte in cui mettiamo in dubbio le nostre certezze è quando queste ci si mostrano meno utili, non è forse così?

Basti pensare all'elezione dei partiti: molti non lo hanno neanche un orientamento politico, si lanciano solamente sui partiti che potrebbero portar loro più vantaggi. Un anno qualcuno è di destra e,magari, l'anno dopo di sinistra.
Non abbiamo più valori stabili, solidi, ci adattiamo alle circostanze che ci sono più favorevoli al momento, siamo liquidi.

Questo è colpa del fatto che la nostra società è in continua evoluzione, ma anche noi, rispetto alle altre generazioni, non abbiamo un futuro certo, sicuro, bensì ignoto e ne siamo consapevoli.

Ci sembra rischioso fare scelte a lungo termine, perché potremmo perdere tutto in un istante.
Non ci curiamo degli altri, perché siamo troppo occupati a fare le scelte migliori per noi, per cercare di sopravvivere in questo continuo fluire.

di Manuela Pelizzari, 3A Liceo Scientifico




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