Addio a don Piero Lanzi, una vita per gli ultimi e per la pace

Don Piero Lanzi è morto ieri  pomeriggionella Rsa Arici Sega di Sanpolino dopo una lunga malattia. Aveva 84 anni.

Nato a Lavenone in Valsabbia, originario della parrocchia di Carpeneda di Vobarno e ordinato sacerdote nel 1962, la sua prima destinazione da curato è stata Villa Carcina, seguita da Castrezzato, Santi Nazaro e Celso in città e, quindi, per oltre trent’anni è stato impegnato nella parrocchia della Santissima Trinità davanti all’Ospedale Civile. Dal 2003 è stato collaboratore della parrocchia dei Santi Faustino e Giovita e per cinque anni anche assistente ecclesiastico dell’Agesci della zona del Sebino. La biografia ufficiale, tuttavia, rispecchia solo in minima parte la complessa e poliedrica personalità di don Piero Lanzi.

In tanti ricordano il suo impegno per la pace. Per molti don Piero ha rappresentato l'icona di un sacerdote che si è dedicato in prima persona al volontariato e all'impegno sociale. Organizzatore e promotore tra le altre cose della Tenda della Solidarietà tra i Popoli ha permesso alla città di alzare lo sguardo. Nel 2014, nell'ambito del Premio Bulloni, ha ricevuto il Grosso d'Oro. Nella motivazione si leggeva: "L'attenzione agli ultimi, la vicinanza agli esclusi, l'impegno per la promozione umana sono i 'fari' dell'impegno di don Piero Lanzi, che ha sempre unito alla sua missione sacerdotale una sensibilità fortissima verso la giustizia sociale e gli sforzi per promuoverla, a ogni latitudine".

Don Piero ha dato vita negli anni Settanta alla comunità di base di San Giorgio, ha aderito al movimento dei preti operai e ha favorito la nascita di iniziative a favore degli studenti-lavoratori note come "150 ore". Inoltre non è mancata la sua vicinanza anche alle popolazioni povere del mondo, con le iniziative con l’associazione Apasci per le popolazioni rurali del Guatemala.

"Mi resterà - ha scritto sui social Francesca Parmigiani - il ricordo, oltre che del tuo generoso impegno per gli ultimi, del tuo sorriso gentile e della tua voce che scandisce i nomi delle delegazioni il 28 maggio in Piazza Loggia. Solidarietà, democrazia e lavoro: tre parole che si tengono e che terremo strette. Ciao, don Piero...".

Di don Piero, Giovanni Valenti ha sottolineato che è ritornato al Padre "dopo una vita al servizio della parola di Dio, incarnandola nella vita degli umili e dei disprezzati. Grazie per la tua testimonianza di fede; non hai mai scelto l'indifferenza, hai voluto sempre sentire l'odore di chi camminava con te".

Le comunità parrocchiali di Lavenone e di Carpeneda lo ricordano per la sua lunga vita sacerdotale.